Gaza: la situazione politico-militare

Gaza

La 98ma divisione dell’Esercito Israeliano è rientrata nel quartiere di Jabaliya nella Città di Gaza. Da una settimana circa ci sono combattimenti ravvicinati tra i miliziani di Hamas e le truppe israeliane. Il quartiere di Jabaliya era stato catturato dagli israeliani nel dicembre dell’anno scorso ma dopo il loro successivo ritiro Hamas vi si è riorganizzata, così come è accaduto a Zeitun, e questo ha obbligato gli israeliani ad intervenire nuovamente.

La tattica di Israele

E’ necessario chiarire che quanto sta succedendo è il risultato di una tattica ben precisa di Israele – tattica che non tutti i leader, gli analisti militari e gli elettori israeliani approvano, ma tant’è. Israele ha deciso di non mantenere truppe sul terreno dopo la cattura di gran parte della Striscia di Gaza e preferisce collocarsi ai limiti della Striscia e nel cosidetto “Corridoio Netzarim”, una linea fortificata situata subito a sud di Gaza City che taglia la Striscia di Gaza in due dalla Barriera di Separazione al mare. Ogni qual volta gli israeliani vedono segnali di riorganizzazione di Hamas nella Striscia, le truppe vi rientrano e colpiscono i miliziani; di questa tattica avevamo reso conto su queste pagine già diversi mesi fa.

Del resto Israele stessa dopo aver preso Gaza aveva dichiarato che vi rimanevano alcune migliaia di miliziani, (e aveva aggiunto che questi miliziani “non erano più in grado di combattere in modo organizzato”, e forse in questo Israele è stata un po’ troppo ottimista). Quanto potrà andare avanti questa situazioni di gioco “al gatto e al topo” é difficile dirsi. Certamente molto dipenderà da quanto gli israeliani riusciranno a degradare la produzione e l’importazione di armi da parte di Hamas. Hamas ha perduto  molti depositi di armi individuali ed anticarro e molte delle officine sotterranee che autoproducevano missili (ancora partono missili dalla Striscia ma sempre più raramente ed in scarsa quantità ndr).

Se ancora Hamas riesce a importare merci tramite il contrabbando con il Sinai egiziano è un’altra questione a cui è difficile dare risposta, ma non c’è dubbio che la conquista della città di Rafah, e conseguentemente del confine tra la Striscia e l’Egitto, per Israele rimane una necessità anche in questo senso.

La situazione nel sud della Striscia

Nel sud della Striscia continua l’accumulo di truppe israeliane ai margini della città di Rafah. Dopo la cattura del Valico di Rafah le operazioni nei sobborghi orientali dell’insediamento sono proseguite, anche se in misura limitata; dopo aver preso possesso dell’arteria Salah ed Din i carri di Israele hanno probabilmente proseguito lungo le vie che portano verso il centro cittadino, avanzando in parallelo su via Al Rabat e via Al Imam, in quella che sembra essere un’operazione di “piccolo accerchiamento” della zona sottostante via Al Orouba. Siamo qui in un territorio suburbano, dove gruppi sparsi di case e capannoni si alternano a campi agricoli e zone incolte.

Il video della Resistenza Palestinese

A testimonianza di quale incubo rappresenti la guerra in territorio urbano, la Resistenza Palestinese ieri ha pubblicato un video in cui si vedono dei miliziani sbucare da un tunnel nel mezzo di un parcheggio di carri armati israeliani che, a giudicare dall’atteggiamento piuttosto rilassato delle sentinelle, non doveva neppure essere in una posizione di prima linea. Il video è stato geolocalizzato proprio nella zona di avanzamento di cui parliamo.

Smantellare le capacità di governo di Hamas

Sul piano politico, il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha scatenato un forte dibattito dichiarando che Israele deve decidere cosa fare il giorno dopo la sconfitta di Hamas a Gaza e deve farlo ora: “La chiave per raggiungere l’obiettivo di smantellare le capacità di governo di Hamas a Gaza è la creazione di un’alternativa di governo. In assenza di tale alternativa rimangono solo due opzioni negative. Il governo di Hamas a Gaza o il governo militare israeliano a Gaza”.

Prima sconfiggiamo Hamas, poi vedremo

Sappiamo che il premier Netanyahu ha spesso evitato la questione del “giorno dopo” dicendo: “Prima sconfiggiamo Hamas poi vedremo”, sappiamo che parte della destra israeliana vorrebbe che Israele rimanesse a governare Gaza dopo la guerra e sappiamo che Gallant dichiara da tempo che: “Il “giorno dopo Hamas” sarà ottenuto soltanto quando delle entità palestinesi prenderanno il controllo di Gaza”. Su questa questione il dibattito in Israele è aperto ed aspro. Quando Gallant dirà a chi pensa quando cita queste “entità palestinesi” che dovrebbero prendere il futuro controllo di Gaza allora potremo comprendere meglio il suo progetto.