Un’articolo del Wall Street Journal, che è stato ripreso da tutta la stampa internazionale, ha indicato (riportando il dato dell’IDF) come l’Esercito Israeliano abbia finora eliminato 9.000 miliziani di Hamas, ed ha quindi concluso che soltanto il 20/30% della forza di Hamas è stato fin qui distrutto. Non sappiamo se per superficialità, ignoranza o altro, il giornalista che ha scritto l’articolo si sia “solo” dimenticato di aggiungere a questa cifra gli 8.000 miliziani di Hamas feriti in modo tale da non poter tornare a combattere ed i 2.300 miliziani arrestati, (cifre riportate sempre dall’IDF insieme a quella dei 9.0000 morti); il che porta a 19.300 il numero dei combattenti di Hamas eliminati dal campo di battaglia. La stima totale della forza combattente di Hamas prima di questa guerra era di 30.000 miliziani, e ciò significherebbe che più del 50% delle truppe islamiste sono state eliminate. Ciò che i giornali dimenticano sempre di valutare sono le cifre riguardanti le perdite dei combattenti della Jihad Islamica, che prima del conflitto in corso erano valutati tra gli otto ed i diecimila uomini; non sappiamo se le cifre fornite da Israele sulle perdite nemiche comprendano anche quelle della Jihad Islamica insieme a quelle di Hamas.
LA SITUAZIONE A KHAN YOUNIS
I giornali titolano che Khan Younis è circondata. A chi scrive risulta invece che non lo sia; le truppe con la Stella di Davide hanno occupato interamente la parte est della città, hanno superato il centro abitato ed hanno attraversato i campi al sud dell’abitato verso ovest, in direzione del mare. La zona di Khan Younis ancora in mano ad Hamas ora è avvolta da est e da sud dall’Esercito con la Stella di Davide, ma il lato verso il mare di quest’area è ancora libero ed è stato volutamente lasciato libero per permette a chi vuole abbandonare la città di dirigersi verso il valico di Rafah, percorrendo via Gush Katif o la strada litoranea che vi corre parallela. Abbiamo visionato alcuni filmati di colonne di auto e – purtroppo – di persone a piedi, che stanno appunto defluendo verso il sud della Striscia.
PROBLEMI PER ISRAELE A GAZA CITTA’
A partire dal 31 dicembre scorso gli israeliani avevano iniziato ad abbandonare la parte nord della Striscia di Gaza, dopo aver concluso che in quest’area c’erano ancora miliziani di Hamas ma che non erano più in grado di combattere in modo organizzato. Probabilmente non era esatto. Le cronache degli ultimi giorni hanno riportato di nuovi attacchi di cellule di Hamas a Gaza città e abbiamo notizia da fonte normalmente affidabile che alcune truppe di Israele sono dovute rientrare a Gaza per ristabilire il controllo territoriale, segnatamente nel distretto di Rimal, a sud dell’ospedale Al Shifa. Per quanto riguarda l’intera valutazione di quanto accade sul campo nella Striscia di Gaza, non sarà mai abbastanza sufficiente ribadire che siamo di fronte a qualcosa di mai visto prima dal punto di vista militare. Si sta combattendo in una zona ad altissima densità demografica ed abitativa, percorsa da centinaia di chilometri di tunnel che una forza combattente ha avuto 20 anni di tempo per costruire e attaverso i quali ha avuto 20 anni di tempo per allenare le sue tecniche di combattimento. In una situazione di questo tipo a chi attacca rimangono solo cattive opzioni; in questa situazione qualsiasi esercito che dovesse avanzare senza la copertura di bombardamenti aerei ed artiglieria sarebbe destinato alla sconfitta certa, come accadde nelle prime fasi della Battaglia di Mosul alla fanteria peshmerga ed irachena contro l’ISIS. A cambiare le sorti di quella battaglia furono poi l’aviazione e l’artiglieria dei 23 Paesi della Coalizione Internazionale contro lo Stato Islamico, che comunque provocò tra i 10 e gli 11.000 morti tra la popolazione civile, e questo in una situazione molto più “agevole” di quella attuale, sia per la preparazione avversaria, sia per il rapporto attaccanti-difensori, sia per la possibilità di sgombrare altrove la popolazione.
Le forze dell’IDF stanno accerchiando l’ospedale Nasser a Khan Younis, lì sono ricoverati centinaia di terroristi palestinese dell’organizzazione terroristica di Hamas
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