“Abbiamo completato lo smantellamento della struttura militare di Hamas nel nord della Striscia di Gaza”. Così ha dichiarato il portavoce dell’Esercito Israeliano, Daniel Hagari, nella conferenza stampa tenuta ieri. Conferenza che riassumeva i risultati ottenuti da Tsahal nei primi tre mesi di guerra. “Smantellamento della struttura militare” non significa che nel nord di Gaza non ci siano più combattenti di Hamas, ma che in quell’area Hamas non è più in grado di combattere in modo organizzato. Hamas è strutturato in battaglioni e l’Esercito Israeliano valuta che nel nord della Striscia la forza di Hamas consistesse in 12 battaglioni, per un totale di 14.000 miliziani.
Questa forza armata è stata drasticamente ridotta nel numero e soprattutto nelle strutture di comando; la maggior parte dei comandanti di battaglione è stata eliminata, così come è stata eliminata la capacità di Hamas di potersi spostare nel sottosuolo, attraverso la scoperta e l’occlusione di decine di pozzi che portavano alla rete di tunnel sotterranei costruiti nella zona. Dalle notizie, in realtà molto frammentarie, che giungono dal campo di battaglia e che siamo riusciti a raccogliere sembrerebbe che il distretto di Jabalia sia stato tagliato in due delle truppe israeliane, che circondano completamente la sua parte centrale in cui ora stanno procedendo ad entrare. Si tratta di una zona densamente urbanizzata, dove 25.000 strutture edilizie sono intersecate da strade strette e vicoli. La battaglia a distanza ravvicinata, casa per casa, continua e non promette di essere breve. Allo stesso modo – per quel poco che siamo riusciti a comprendere – anche il distretto sud di Gaza città, Tuffah, è completamente circondato.
La conferenza stampa del portavoce dell’Esercito Israeliano ha chiarito come ora l’obiettivo principale delle truppe con la Stella di Davide sia la conquista dell’area centrale e meridionale della Striscia. Nel corso della conferenza stampa è stato precisato che questa nuova fase delle operazioni non sarà breve. Per quanto riguarda la fascia centrale della Striscia di Gaza, a chi scrive risulta che le truppe di Israele ancora non sono entrate nella città di Nuseirat e nell’area residenziale di Bureij – in pratica un sobborgo a est di Nuseirat – mentre invece stanno operando una manovra avvolgente poco più a sud, nell’insediamento di Maghazi.
A Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, l’esercito con la Stella di Davide procede lentamente, due colonne hanno separatamente penetrato il fronte meridionale della città raggiungendo la via Salah al Deen, in quella che pare essere una ulteriore manovra avvolgente, mentre una terza colonna è penetrata in città in direzione ovest, ed ora si troverebbe di fronte all’ospedale “Al Amal”.
Vale la pena di sottolineare come, nel corso della conferenza stampa, il portavoce dell’Esercito di Israele abbia dichiarato: “I combattimenti dureranno per tutto il 2024”; questa è una guerra, con tempi totalmente differenti dalla durata dei ricorrenti, intensi ma brevi conflitti tra Israele e Hamas nella Striscia avvenuti negli anni passati. Chi si attende un rapido ritorno alla “normalità” nella martoriata terra di Palestina rimarrà deluso: dopo il 1948, il 1956, il 1967 ed il 1973, quella che stiamo osservando si dispone ad essere la quinta guerra “arabo-israeliana”.
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