Gaia Tortora e lo sfogo verso il PD: «… Fate pietà, davvero»

Gaia Tortora

Gaia Tortora, vicedirettore del Tg La7 e figlia di Enzo Tortora, ha espresso una forte indignazione. Inaccettabile l’opposizione all’istituzione di una Giornata per le vittime degli errori giudiziari. La proposta, puntava a fissare il 17 giugno come data simbolo, legata all’arresto di Enzo Tortora. Ma trova parere contrario dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e l’astensione del Partito Democratico (PD), generando un acceso dibattito.

La posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati

Secondo l’ANM, istituire una Giornata del genere potrebbe “indurre sfiducia pubblica nel sistema giudiziario” e inviare un messaggio contrastante rispetto alle iniziative in memoria della legalità. Questa visione è stata giudicata da molti come una chiusura nei confronti delle problematiche legate agli errori giudiziari, sollevando perplessità sulla mancata autocritica del sistema.

Il ruolo del PD e l’astensione contestata da Gaia Tortora

L’astensione del PD ha provocato un’ondata di critiche, in particolare da parte di Gaia Tortora. La donna su X (ex Twitter) ha espresso il suo disappunto: “Il PD. Si è astenuto. E vi prego di leggere la ‘motivazione’ sul caso Tortora. Fate pietà, davvero”. Nel documento citato, il PD ha giustificato la sua posizione lamentando la mancanza di approfondimento e il ritardo nella presentazione del testo base. Inoltre, ha espresso perplessità sulla mancata esplicitazione del “caso emblematico” di Enzo Tortora.

La replica di Gaia Tortora e il sostegno di Italia Viva

Gaia Tortora ha ribadito che la proposta non mirava a enfatizzare un singolo nome. Era solo volta a creare una giornata simbolo per tutte le vittime di errori giudiziari. Questa scelta, ha spiegato, era volta a sottolineare l’importanza del tema come “bene comune”. A supportarla è stato Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera e promotore della proposta, che ha confermato: “Gaia ci ha chiesto espressamente che fosse una data simbolo, senza nomi, affinché fosse per tutti”.

Faraone ha inoltre lamentato la mancata condivisione bipartisan dell’iniziativa e criticato l’atteggiamento dell’ANM: “Mai ci saremmo aspettati una presa di distanza dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati”.

Un tema che richiede riflessione

Lo sfogo di Gaia Tortora riporta alla ribalta una questione delicata e complessa: il bilanciamento tra fiducia nel sistema giudiziario e il riconoscimento degli errori commessi. Se da un lato è fondamentale preservare la credibilità della giustizia, dall’altro è innegabile la necessità di affrontare il dramma degli errori giudiziari con onestà e sensibilità.

La vicenda mette in luce l’urgenza di riforme strutturali e culturali nel sistema giudiziario italiano. Come sottolineato da Faraone, “solo una riforma seria e condivisa potrà restituire giustizia alle vittime e garantire un sistema più equo per tutti”. Ma il dibattito solleva anche una domanda più profonda: siamo davvero pronti ad affrontare le responsabilità degli errori giudiziari senza timore di minare l’autorità delle istituzioni?