La Francia è nel caos politico dopo la caduta del governo di Michel Barnier, un evento che scuote non solo la Quinta Repubblica ma anche il panorama europeo. La sfiducia all’esecutivo, sostenuta da un’inedita alleanza tra la sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NFP) e l’estrema destra di Marine Le Pen, rappresenta un punto di svolta nel difficile equilibrio politico del Paese. Mentre il presidente Emmanuel Macron si prepara a parlare alla nazione, il destino della Francia resta appeso a molte incognite.
Francia e la crisi con Michel Barnier: come si è arrivati fin qui?
Dopo il voto anticipato del 2024, provocato dalle dimissioni di Élisabeth Borne, la Francia ha vissuto una stagione di estrema frammentazione politica. Le elezioni hanno visto tre blocchi principali contendersi il primato: il NFP guidato da Jean-Luc Mélenchon, la coalizione centrista Ensemble sostenuta da Macron, e il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen. Nessuno dei tre ha ottenuto una maggioranza assoluta, costringendo Macron a fare compromessi.
La scelta di nominare Michel Barnier come primo ministro, appoggiandosi a un’alleanza fragile con l’estrema destra, ha suscitato critiche da subito. La legge di bilancio proposta dal governo, con aumenti delle tasse e tagli alla spesa pubblica, è stata la scintilla che ha unito nemici ideologici: la sinistra radicale e l’estrema destra. Il risultato? Una mozione di censura che ha travolto Barnier, segnando la seconda sfiducia a un governo nella storia della Quinta Repubblica.
Gli scenari per la Francia da Barnier a Macron
Ora, il presidente Macron deve decidere il prossimo passo. Tra le opzioni sul tavolo:
- Un nuovo governo di minoranza: Macron dovrebbe nominare un altro premier centrista o di centrodestra, cercando nuovamente l’appoggio esterno del RN. Il rischio di instabilità resta alto.
- Una coalizione più ampia: Un’intesa con i socialisti potrebbe garantire maggiore solidità. Macron la considera complicata dopo il voto contrario del NFP e dei socialisti stessi alla legge di bilancio.
- Un governo tecnico: L’altra opzione poteva essere la formazione di un esecutivo temporaneo. Ma con il solo compito di approvare il bilancio e traghettare il Paese fino alle prossime elezioni.
Le ripercussioni per l’Europa
Emmanuel Macron, nonostante le richieste a gran voce dell’opposizione, esclude categoricamente le dimissioni. Per ribadirlo, il presidente francese si è rivolto ieri alla nazione in un discorso televisivo.
La crisi francese non è un evento isolato, ma un segnale di fragilità che potrebbe propagarsi in tutta Europa. Con una Francia politicamente instabile, i dossier chiave dell’Unione Europea – dal Green Deal alla riforma della governance economica – rischiano di essere bloccati. Inoltre, il consolidarsi di alleanze inedite tra sinistra e destra radicale potrebbe ispirare dinamiche simili in altri Paesi, alimentando ulteriormente l’euroscetticismo.
Anche la NATO osserva con preoccupazione: una Francia distratta dalle sue crisi interne potrebbe indebolire la posizione comune europea nelle questioni di sicurezza, specie in un contesto di crescente competizione geopolitica con Russia e Cina.
La Francia si trova a un bivio cruciale, e le decisioni delle prossime settimane non influenzeranno solo il futuro del Paese, ma anche l’equilibrio politico dell’Europa. Il Presidente francese deve trovare una soluzione rapidamente, per evitare che questa crisi politica si trasformi in una crisi di sistema con conseguenze ben oltre i suoi confini.