Mentre il Paese affronta crisi economiche, rincari sulle bollette e sfide sociali sempre più urgenti, Forza Italia riesce a trovare il tempo per rimettere in discussione uno dei capisaldi della giustizia italiana: l’immunità parlamentare. Un tema che gli italiani pensavano di essersi lasciati alle spalle dopo il terremoto di Tangentopoli e che oggi torna, con una veste apparentemente riformista, ma con il solito retrogusto di privilegio e impunità.
La proposta di Forza Italia e la reazione dell’opposizione
Il capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia alla Camera, Tommaso Calderone, ha lanciato il sasso: reintrodurre le garanzie per i parlamentari eliminate nel 1993. La giustificazione? La presunta “politicizzazione della magistratura” e la necessità di ristabilire l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Ma quale equilibrio si cerca realmente? Un sistema che renda più difficile indagare su chi ha responsabilità pubbliche non può essere una risposta seria a eventuali storture della giustizia.
Non stupisce che questa proposta abbia trovato un muro di opposizione da parte di quasi tutte le forze politiche esterne alla maggioranza. Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle parlano senza mezzi termini di “delirio di onnipotenza”. Il Partito Democratico accusa il governo di essere più interessato a proteggere i propri esponenti piuttosto che a risolvere i problemi reali del Paese. Anche Fratelli d’Italia, che guida l’esecutivo, prende le distanze: la reintroduzione dell’immunità parlamentare non è una priorità.
Divisioni nella maggioranza e il ruolo della Lega
Se la maggioranza della destra italiana sembra spaccata, con la Lega che guarda con interesse alla proposta della Fondazione Einaudi, una domanda rimane sospesa nell’aria: come può Forza Italia pensare che questo sia il momento giusto per proporre un simile cambiamento? Dopo il ripristino dei vitalizi, dopo l’abolizione di reati per chi abusa del potere, dopo l’aumento degli stipendi ai ministri, ora si chiede agli italiani di accettare anche una nuova forma di protezione per la “casta”?
Una battaglia fuori dal tempo
La sensazione è che Forza Italia, ormai in affanno elettorale e a caccia di un’identità sempre più sfuggente, stia cercando di rivendicare un suo spazio politico solleticando i malumori di una parte della classe dirigente. Ma è una battaglia fuori dal tempo. Gli italiani non dimenticano la stagione delle inchieste su corruzione e malgoverno, e non vogliono certo tornare a un’epoca in cui la politica si faceva scudo contro la magistratura.
Il vero problema: la distanza tra politica e cittadini
Se c’era bisogno di un altro segnale della distanza siderale tra una certa politica e la realtà del Paese, Forza Italia ce lo ha servito su un piatto d’argento. Il popolo chiede risposte concrete ai problemi quotidiani, non un ritorno ai privilegi di chi già gode di uno status di potere. La battaglia per la giustizia e la trasparenza deve rimanere un punto fermo della democrazia. Chi si azzarda a sfidarla, lo fa a suo rischio e pericolo.