Il deserto del Bahrain si tinge di rosso con la Ferrari di Charles Leclerc, che ha dominato per tutto il weekend facendo bottino di vittoria, pole e giro più veloce. A impreziosire un sogno già di per sé clamoroso è il secondo posto di Carlos Sainz. Il ferrarista va a completare una doppietta che a Maranello mancava dal Gran Premio di Singapore del 2019, proprio con l’ultima vittoria firmata da Sebastian Vettel e il secondo posto di Leclerc. Più che un sogno, una missione, quella del team principal Mattia Binotto di riportare in auge la Ferrari, là dove merita, a giocarsi la vittoria. Dopo l’incubo degli ultimi anni, a Maranello hanno compreso e interpretato al meglio l’importanza di centrare il cambio regolamentare del 2022.
Nuova era, nuovo regolamento: è rivoluzione
Una nuova era per la Formula 1. Una rivoluzione che la FIA aveva già deciso di introdurre nel 2021, poi slittata al 2022 a causa della pandemia. L’obiettivo era quello di ripartire completamente da zero con lo sviluppo di nuove monoposto per aumentare lo spettacolo in pista e facilitare ai piloti l’occasione di battagliare in gara. Per raggiungere tali obiettivi, in virtù dello show che il pubblico vuole vedere, era necessario trovare un approccio diverso per produrre carico aerodinamico.
Fino al 2021 le monoposto generavano troppa downforce, che, se da una parte rendeva le vetture più veloci, dall’altra svalorizzava i sorpassi a causa dei forti vortici aerodinamici in scia. Da qui la necessità di “spogliare” le vetture di tutte quelle appendici aerodinamiche a favore di ali e pance più semplici seppur meno efficienti e di una aerodinamica principalmente generata dall’effetto suolo. L’idea è quella appunto di avere macchine (seppur in diverse aree standardizzate, più lente e più pesanti rispetto alle precedenti) in grado di ridurre l’enorme gap prestazionale tra loro per risaltare il coraggio e il talento del pilota.
Red Bull fermate da un KO tecnico
Un’iniezione di fiducia per la Ferrari e in particolare per Leclerc, che proprio sul circuito di Sakhir ha trovato riscatto per l’ormai lontano GP del Bahrain del 2019. All’epoca il monegasco, ottenuta la prima pole position della carriera il sabato, stava dominando l’intera gara della domenica, quando a pochi giri dalla fine fu beffato da un problema di affidabilità al motore che valse la vittoria a Hamilton e l’amaro di una stagione tutta in salita. Ironia della sorte, in questa prima gara di stagione, a subire problemi di affidabilità sono state proprio le favorite Red Bull. Max Verstappen, dopo una battaglia a dir poco epica con il suo rivale Leclerc, ha sofferto vari problemi, culminati con un KO tecnico che gli è costato il ritiro, subito dopo essere stato superato da Sainz.
Un brutto smacco che ha colpito poco più tardi anche il compagno Sergio Perez. Il messicano, stava difendendo la sua posizione da un agguerritissimo Lewis Hamilton, quando il motore della sua RB18 ha subito una perdita di potenza, proiettandolo in un testacoda. A trarre vantaggio dal doppio ritiro delle Red Bull è stato Hamilton che inaspettatamente è riuscito a salire sul podio, davanti al compagno George Russell, salvando così un weekend decisamente sottotono per la Mercedes.
Motorizzati Ferrari al top
Gara magistrale anche per Kevin Magnussen con il team Haas, motorizzato Ferrari. Il danese è tornato in Formula 1 in sostituzione del pilota russo Mazepin e ha terminato in quinta posizione la prima gara stagionale. Undicesimo il suo compagno Mick Schumacher. Giornata positiva anche per l’altra motorizzata Ferrari. L’Alfa Romeo ha terminato in sesta posizione con Valtteri Bottas e in decima con la new entry Guan Yu Zhou. Uno scenario che galvanizza la scuderia di Maranello che non poteva affacciarsi a questa nuova era della Formula 1 in maniera più apoteotica. Un’incetta di risultati che fanno ben sperare i fan italiani per un titolo iridato che manca ormai da quel lontano 2007.