TORINO – Ieri mattina, davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno scaricato sacchi antiallagamento all’ingresso dell’edificio, esponendo uno striscione con la scritta “La Regione fa acqua da tutte le parti”. L’azione simbolica si è svolta nel giorno in cui in aula si discuteva l’aggiornamento del Piano regionale sulla qualità dell’aria, attirando immediatamente l’attenzione della polizia e dei consiglieri presenti.
I militanti di Extinction Rebellion hanno messo in atto un gesto di forte impatto per denunciare l’assenza di politiche efficaci nel contrastare il crescente verificarsi di eventi climatici estremi. Hanno evidenziato che non è più accettabile approvare piani giudicati insufficienti e inadeguati, descritti come “fanno acqua da tutte le parti”. Secondo il movimento, gli eventi alluvionali, sempre più frequenti, rappresentano una seria minaccia per il Piemonte e l’intero Paese, richiedendo con urgenza misure strutturali.
La protesta è stata rapidamente interrotta dalle forze dell’ordine, che hanno sgomberato l’ingresso del Consiglio Regionale trascinando via alcuni manifestanti. Nel frattempo, in aula proseguiva la discussione sull’aggiornamento del Piano regionale per la qualità dell’aria 2025-2030, che include misure come incentivi al car sharing, l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici e interventi per rispettare i limiti europei sulla qualità dell’aria entro il 2025, con ulteriori miglioramenti previsti per il 2030. Il piano, già sottoposto a più di 40 emendamenti, è stato criticato dagli ambientalisti, che lo hanno giudicato insufficiente e privo di ambizione.
Quanto accaduto all’esterno ha sollevato reazioni contrastanti tra i rappresentanti politici. Roberto Ravello, vice-capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, ha criticato duramente l’iniziativa: “Temevamo che l’audizione dei manifestanti di Extinction Rebellion in Consiglio Regionale, tenuto conto che certo ‘ambientalismo’ aveva già avuto modo di mostrare la propria inconsistenza, fosse inutile. Non ci sbagliavamo: per l’ennesima volta abbiamo assistito alla solita litania del ‘no’, fatta di divieti e di limitazioni alla libertà. Solo proclami, nessuna proposta concreta”, ha dichiarato.
Ravello ha difeso le misure adottate dalla Regione, sottolineando i progressi già fatti: “C’è un altro ambientalismo, quello del fare, che in pochi anni ha garantito un significativo miglioramento della qualità dell’aria in Piemonte, lo dicono i dati, è un fatto oggettivo e incontrovertibile. Questo nonostante una conformazione orografica che è un unicum europeo, così come certificato dalla stessa Unione Europea nell’ultima Direttiva sul tema. Lasciamo ad altri i sogni, per noi l’ambientalismo dà risposte, trova soluzioni e applica metodi scientifici. Tutto il resto è ricerca di visibilità fine a sè stessa”, ha concluso.
La protesta di Extinction Rebellion, simbolica ma di forte impatto, ha riportato l’attenzione su un tema cruciale come la crisi climatica e l’urgenza di azioni politiche incisive. Se da una parte il Consiglio Regionale discute piani di lungo termine, dall’altra i movimenti ambientalisti continuano a chiedere un cambio di passo immediato. La partita resta aperta, in aula come nelle piazze.