Questa estate magica per lo sport italiano non accenna ancora a finire. Avevamo appena finito di festeggiare l’ultima impresa azzurra alle Paralimpiadi di Tokyo, la fantastica tripletta nei 100 metri T63 delle nostre atlete Sabatini, Caironi e Contrafatto, che Egonu e compagne hanno deciso che era finalmente arrivato il momento di sfatare uno dei loro tabù, l’incubo Serbia, portando così a casa la Coppa di Campionesse d’Europa.
Sfatato il tabù serbo
E per realizzare questa impresa le nostre ragazze hanno scelto lo scenario meno propizio: affrontare la Serbia a casa sua, a Belgrado, davanti a 20.000 tifosi scatenati e urlanti e confidenti, dopo aver visto il primo set andato a favore delle proprie beniamine dopo un sprint punto a punto, che anche questa volta le azzurre avrebbero finito per subire psicologicamente Boscovic e socie, uscendo battute come ai mondiali o come, soprattutto, nella dolorosissima sconfitta, solo poche settimane fa, ai quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo.
Egonu non trema, le compagne tutte a grandi livelli
Ma questa volta non è andata così: le azzurre hanno saputo reagire, nel gioco e nei singoli, pareggiando subito vincendo il secondo set e aggiudicandosi poi il fondamentale terzo set. Paola Egonu (Mvp del torneo), che a Tokyo era stata bombardata e brutalizzata dalla Boscovic, ha reso pan per focaccia alla serba e, sollecitata in maniera puntuale e fantasiosa da Orro e, a tratti anche da Malinov e De Gennaro, ha ridotto all’impotenza la schiacciatrice avversaria, unico terminale di un gioco francamente monocorde. Non così il nostro gioco, cui il nostro C.T. Mazzanti nonostante le critiche piovutegli addosso dopo le Olimpiadi, ha deciso di confermare varietà di schemi e protagoniste con gli attacchi di Pietrini e Sylla, capitana in gran forma, e di una Chirichella autrice anche insieme a Danesi, di fondamentali “muroni” in faccia alle demoralizzate serbe. Senza storia l’ultimo set, chiuso dalle azzurre con un perentorio 25-11.
Foto Galbiati/FIPAV