Nel 1978 l’Italia è in preda a una simil guerra civile interna. Organizzazioni criminali che si definiscono rivoluzionarie hanno dato il via a un regno del terrore che opera per una sommossa dal nemico non specificato. Le brigate rosse utilizzano una violenza inaudita al fine di indottrinare spirti poco avvezzi al pensiero. Aldo Moro politico democristiano propone un compromesso con il partito comunista al fine di calmare le acque attraverso un dialogo sereno e costruttivo.
Lo statista viene rapito il giorno dell’insediamento e condannato a cinquantacinque giorni di detenzione prima della sentenza di morte. Marco Bellocchio torna al rapimento Moro con il suo ultimo lavoro Esterno Notte. Il film, nato come una serie televisiva, sarà proposto al cinema in due parti da Lucky Red. Attraverso una serie di ricostruzioni precise il regista piacentino racconta la situazione del paese senza prendere alcuna posizione.
Se in Buongiorno Notte s’ipotizzava un finale alternativo in Esterno sono i fatti a farla da padrone , avvenimenti che rendono il film un documento preciso di approfondimento storico. Bellocchio dirige in maniera eccellente riuscendo a uscire dal territorio della fiction e trasformando il prodotto in autoriale. Il regista fornisce una visione ancora più accurata e lo fa senza sposare una tesi definita ma proponendo l’idea che attori totalmente buoni in quella vicenda non ce n’erano. Una storia politica che diventa sociale poiché va a collegarsi con gli anni successivi della società italiana. Un uomo, comunque si pensi, dotato di una visione d’insieme che faceva della mediazione la carta regina per il governo di un paese.
Si sono proposte determinate versioni di quel decennio, Esterno va oltre. Senza voler irretire Bellocchio presenta una serie di fatti condannando associazioni sovversive come aberrazioni di un pensiero che alla base rimane condivisibile. Attraverso una sceneggiatura che varia molti generi il film cambia diversi registri andando perfino ad approfondire le personalità dei soliti noti , cosa difficilmente riscontrabile in prodotti del passato. Bellocchio non fa divulgazione dipinge un’atmosfera attraverso dubbi e certezze rendendo viva una vicenda con cui il paese non farà mai pace.