Il ministero dell’Interno ha riferito che l’imam di Bologna che dice di essere “estremista islamico” è già attenzionato dall’autorità giudiziari.
Questa mattina alla Camera dei Deputati il sottosegretario di Stato al ministero dell’interno, Nicola Molteni, ha risposto all’interrogazione dei parlamentari di Fratelli d’Italia Sara Kelany e Marco Lisei sulle attività del predicatore salafita Zulfiqar Khan del quale ci siamo occupati piu’ volte. Molteni ha spiegato che nel contesto della “capillare attività info-investigativa, condotta dalla citata Direzione e dalle predette D.I.G.O.S, tesa alla continua ricerca di elementi che possano essere sintomatici di un rischio per la sicurezza dello Stato” rientrano”gli approfondimenti condotti sul conto del cittadino pakistano Zulfiqar Khan, entrato in Italia nell’agosto del 1995 e attualmente titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi di lavoro autonomo”. Colui comunemente noto come imam di Bologna, si legge ancora, “risulta essere presidente dell’associazione culturale islamica “Iqraa” sita a Bologna e, nella veste di ‘esperto’ dei precetti della religione islamica, partecipa a numerosi incontri (anche televisivi), dove non di rado ha esternato posizioni intransigenti riguardanti tematiche sull’occidente, sull’omosessualità, sul ruolo della donna e, dopo gli attacchi del 7 ottobre, anche sul popolo palestinese e sul Governo israeliano, manifestando apprezzamento per le azioni condotte da Hamas”.
Sara Kelany, intervenendo con un discorso di alto profilo alla Camera, si è detta “pienamente soddisfatta” della risposta proveniente dal ministero dell’Interno ( in fondo alla pagina) , sottolineando come le esternazioni fatte da Khan siano in grado di “sobillare sentimenti di odio antisemita che abbiamo il dovere di estirpare senza tentennamenti”. Khan, prosegue Kelany, “dopo il 7 ottobre ha calcato ancora più la mano sull’aggressività. E dopo quella data l’antisemitismo è come esploso dopo anni di repressione sotto il manto dell’antisionismo e del sostegno a Israele.Questo accade nel mondo delle università, nei comitati pro-Pal di cui alcune sigle, prima del 7 ottobre alcune sigle erano già in strada. È successo in molte manifestazioni che si sono susseguite ed è accaduto nel mondo della cultura in cui professori universitari hanno usato espressioni irripetibili su Israele, definendolo un bubbone da estirpare.E mondo della cultura in cui sedicenti scrittrice si sono sentite libere di affermare ‘odio tutti gli ebrei. In questo clima, lasciare capo aperto ai predicatori, non può che essere deleterio”
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