Pelicot condannato a 20 anni per abusi aggravati alla ex-moglie Gisèle

Gisèle Pelicot ha accolto con compostezza la sentenza di condanna verso l'ex-marito ed ha espresso la sua determinazione e il coraggio

Gisèle Pelicot

“Ho lottato per i miei figli, i miei nipoti e tutte le vittime di violenza”, con queste parole, Gisèle Pelicot ha espresso la sua determinazione e il coraggio che l’hanno resa un simbolo nella lotta contro le violenze. All’età di 72 anni, Gisèle ha accolto con compostezza la sentenza che condanna il suo ex marito Dominique Pelicot. Sentenza a 20 anni di carcere, la pena massima, per i crimini commessi contro di lei tra il 2011 e il 2020. Durante quel periodo, Pelicot l’aveva ripetutamente narcotizzato, abusandone e permettendo che fosse abusata da decine di uomini che reclutava online.

Giustizia per Gisèle Pelicot

Il tribunale di Avignone ha giudicato colpevoli anche gli altri 50 imputati coinvolti, condanne che variano tra i 3 ei 15 anni. Il maxi-processo, noto come il caso degli “stupri di Mazan” (dal nome del villaggio in cui viveva la coppia), ha attirato l’attenzione dei media a livello internazionale. Un caso molto grave iniziato con un dibattimento il 5 settembre 2024.

Alla lettura del verdetto, il presidente della Corte penale di Vaucluse, Roger Arata, ha dichiarato: “Signor Pelicot, lei è riconosciuta colpevole di stupro aggravato ai danni di Gisèle Pelicot”. L’imputato, anch’egli 72enne, ha ascoltato la sentenza senza mostrare particolari reazioni. Il giudice ha poi annunciato le pene per ciascuno degli altri imputati, colpevoli di reati tra cui stupro aggravato di gruppo e somministrazione di sostanze stupefacenti alla vittima.

Pellicot è stato inoltre condannato per aver raccolto immagini compromettenti di Gisèle e della figlia a loro insaputa. La sua avvocata, Béatrice Zavarro, ha comunicato che il suo assistito “ha preso atto” della sentenza, senza escludere un ricorso in appello.

Un processo difficile

All’uscita dal tribunale, Gisèle è stata accolta da una folla che intonava il suo nome e mostrava striscioni di sostegno, tra cui un grande “Merci Gisèle”. Nonostante il peso emotivo del processo, la donna ha espresso gratitudine verso chi l’ha sostenuto. La donna ha sottolineato: “Questo processo è stato una prova difficile, ma era necessario per garantire giustizia”.

Pur rispettando la sentenza, i suoi figli hanno espresso delusione per le pene considerate troppo miti. Anche alcuni gruppi femministi hanno critico le condanne come insufficienti.

Gisèle Pelicot: determinazione e coraggio

Rivolgendosi alle vittime di violenze ancora senza voce, Gisèle ha dichiarato: “Condividiamo la stessa lotta”. La sua forza e il suo coraggio sono stati elogiati da molte personalità internazionali. Tra questi personaggi come i leader Olaf Scholz e Pedro Sanchez, che hanno lodato la scelta di mantenere il processo pubblico. Per far sì che si spostasse la vergogna dagli oppressi agli oppressori.

Nonostante il verdetto guardi solo gli uomini identificati grazie alle prove raccolte – centinaia di foto e video archiviati da Pelicot – il caso segna un momento cruciale nella battaglia contro le violenze di genere. Gisèle ha concluso con un messaggio di speranza: “Credo nella nostra capacità di costruire un futuro basato sul rispetto reciproco e sulla comprensione”.