La divisione in Spagna è totale. Sono opposte persino le posizioni delle forze politiche riguardo l’atroce attacco sferrato dall’organizzazione terroristica Hamas contro Israele. I messaggi di condanna contro Israele e di incoraggiamento alla parte palestinese dalla sinistra spagnola sono arrivati allo stesso tempo che le parole di sostegno e vicinanza al popolo israeliano dalla sinistra spagnola. Persino il partito Vox, spesso descritto come fascista, ha mostrato la sua solidarietà con Israele e il popolo ebraico. Come fa sin dalla sua fondazione.
L’ex deputato del partito di estrema sinistra Podemos, Pablo Echenique, dice tutto con questa analogia grafica che, a suo avviso, illustra come le bombe vengono percepite socialmente a seconda della nazione che le lancia. Ma dimentica che gli oltre 5.000 missili sono stati lanciati da Hamas non dall’esercito israeliano. Un fattore rilevante che, a quanto pare, neanche ricorda la portavoce di Podemos, Isa Serra, che ha chiesto un “cessate il fuoco” sottolineando che “la guerra non è mai la soluzione perché la violenza genera solo altra violenza”, sostenendo la fine della “violenta occupazione del territorio palestinese da parte dello Stato di Israele” e mostrando la sua solidarietà al popolo palestinese. Anche Íñigo Errejón, uno dei fondatori di Podemos e attuale rappresentante di Más País, ha chiesto la “cessazione di ogni violenza” lanciando un “appello allo Stato di Israele, in quanto principale responsabile, a rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite”.
Ma questo non è tutto. Ci sono opinioni che praticamente giustificano questa spregevole azione terroristica. La deputata nata nel campo profughi sahrawi di Tindouf (Algeria) di Sumar, Tesh Sidi, ha twittato: “Con il popolo e il suo diritto all’autodeterminazione. Oggi e sempre con la Palestina. Ci sarà molta manipolazione mediatica, tweet 24 ore su 24, ma molti di noi sappiamo che i palestinesi vengono assassinati giorno e notte e NESSUNO lo condanna”.
E gli indipendentisti?
Il messaggio sul social network X del rappresentante al Congresso del Blocco nazionalista galiziano (BNG), Nestor Rego, rende evidente la sua posizione: “Oppressione permanente e apartheid, occupazione del territorio, distruzione di case, campi e sorgenti; omicidi continui… Terrorismo da parte di Israele. Palestina libera”. Allo stesso modo, Gabriel Rufian, portavoce al Congresso del partito indipendentista catalano Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), seguendo il messaggio diffuso dai giovani del suo partito, chiede di “porre fine alle violazioni dei diritti umani contro la popolazione palestinese”.
E il post su X del partito indipendentista basco Euskal Herria Bildu, il cui coordinatore generale, Arnaldo Otegi, è noto per la sua partecipazione attiva al gruppo terroristico ETA (Euskadi Ta Askatasuna) non poteva essere più chiaro: “Seguiamo con preoccupazione la situazione in Palestina e Israele, è un momento difficile. Onestamente pensiamo che la soluzione sarà possibile solo attraverso il dialogo e la negoziazione. Il percorso verso una pace giusta e duratura deve necessariamente porre fine all’occupazione contro la Palestina”.
Insomma, buona parte della sinistra spagnola giustifica e addirittura applaude le morti, l’odio e il terrore contro gli israeliani solo per il fatto di essere israeliani. Sono gli stessi che giustificano gli attacchi terroristici dell’ETA, le rivolte provocate in Catalogna, la divisione dello Stato spagnolo e la violenza contro gli spagnoli solo perché si sentono spagnoli. È questo l’establishment che vuole la Spagna? E l’Europa?