La Corea del Nord ha celebrato il 78° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori al potere emettendo nuovi francobolli con le immagini della recente visita del leader Kim Jong-un in Russia per immortalare “i suoi successi diplomatici”. E presto potrebbe ricevere un ospite a sorpresa: il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che dovrebbe visitare la Corea del Nord questo mese. Forse il prossimo giovedì, quando si ricorderanno i 75 anni di relazioni diplomatiche con la Russia.
Per festeggiare il dittatore nordcoreano, che non appare sui media da quasi due settimane, potrebbe “organizzare nell’immediato futuro varie provocazioni, incluso un test nucleare, allo scopo di distogliere l’attenzione sul fronte interno dalla crisi alimentare in corso nel Paese”, ha reso noto ministero della Difesa della Corea del Sud, nel corso di un’audizione parlamentare.
Lo riporta l’Ansa, dove leggiamo il resto del resoconto del ministero: “Per sviare verso l’esterno le lamentele interne sui problemi alimentari e sui fallimenti della politica economica, c’è la possibilità che il Nord conduca varie provocazioni strategiche e tattiche, incluso un settimo test nucleare”.
Intanto, Pyongyang ha annunciato che lancerà un satellite del genere questo mese. Il lancio segue i tentativi di lancio di maggio e agosto, entrambi terminati con un fallimento.
La nuova agenzia spaziale della Corea del Nord, la National Aerospace Technology Administration fatto sapere che “lo sviluppo spaziale, compresi i satelliti militari da ricognizione, è un’opzione strategica indispensabile per garantire gli interessi di sicurezza e il diritto all’esistenza” della Corea del Nord.
Ri Song Jin, che la televisione statale KCNA ha descritto come un ricercatore della National Aerospace Technology Administration, ha affermato che il programma satellitare spia della Corea del Nord è una misura “indispensabile” per contrastare la militarizzazione spaziale statunitense volta a rafforzare la capacità di attacco nucleare preventivo degli Stati Uniti e ad assicurare la “supremazia mondiale”.
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