Tokyo -10%, il peggior crollo dal 1987. Le notizie negative provenienti dagli Stati Uniti spaventano i mercati. Male anche Hong Kong. Lo yen continua a rafforzarsi rispetto al dollaro.
Tokyo ha guidato una caduta dei mercati azionari asiatici, mentre lo yen ha raggiunto un massimo di sei mesi dopo che i deboli dati sull’occupazione negli Stati Uniti hanno alimentato i timori di una recessione nella principale economia mondiale e hanno aumentato le aspettative di vari tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Il sell-off ha seguito un’altra giornata di forti perdite a Wall Street, dove i giganti del settore tecnologico, tra cui Amazon e Microsoft, hanno subito il contraccolpo a causa dei timori che il rally di quest’anno, spinto dall’intelligenza artificiale, possa essere stato eccessivo. Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di venerdì scorso come scrive l’AGI, ha mostrato che l’economia americana ha creato solo 114.000 posti di lavoro il mese scorso, un netto calo rispetto a giugno e molto meno del previsto, mentre il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto dall’ottobre 2021. Questa notizia è arrivata un giorno dopo i deludenti dati manifatturieri che hanno aumentato i timori che i funzionari della Fed abbiano mantenuto troppo a lungo i tassi di interesse ai massimi di due decenni.
Questo ha portato a speculazioni sul fatto che l’economia potrebbe subire un atterraggio brusco e cadere in recessione. I mercati azionari di Tokyo sono crollati di oltre il 10% negli scambi pomeridiani, appesantiti dal rafforzamento dello yen e dai pessimi dati sull’occupazione negli Stati Uniti che hanno aumentato i timori di recessione. L’indice di riferimento Nikkei 225 è crollato del 10,01% (3.595 punti) a 32.314,40, mentre l’indice più ampio Topix ha perso il 10,49% a quota 2.271,33. Si tratta del più grande crollo in un solo giorno dal tonfo di 3.836 punti, pari al 14,9%, del “lunedì nero” dell’ottobre 1987.
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