Una notizia di questi giorni ha destato la mia attenzione in merito alle organizzazioni criminali cinesi che operano in Italia e della cui elevata capacità operativa ho già scritto più volte negli anni: il sequestro da parte della Guardia di Finanza presso il Cargo City di Malpensa di 6.337 chilogrammi di precursori di droga sintetica del valore di 630 milioni di euro. Le indagini di polizia giudiziaria anche in territorio olandese in collaborazione con Eurojust hanno permesso di arrestare due soggetti cinesi. Questa operazione dimostra oramai la notevole capacità organizzativa delle criminalità cinese organizzata, e non mi stupirei se ci trovassimo di fronte a delle Triadi e per questo è importante anche rilevare quanto è scritto nel recente rapporto della DIA del primo semestre 2023: “Le consorterie cinesi in Italia sono strutturate secondo modalità essenzialmente gerarchiche, incentrate principalmente su relazioni familiari e solidaristiche. Si tratta di organizzazioni caratterizzate da forte impermeabilità che le rende impenetrabilialle contaminazioni o collaborazioni esterne. Raramente si rileva la realizzazione di accordi funzionali con organizzazioni criminali italiane o la costituzione di consorterie multietniche.
La criminalità cinese è dedita alla commissione di estorsioni e di rapine quasi esclusivamente in danno di propri connazionali, allo sfruttamento della prostituzione, alla consumazione di reati finanziari nonché alla detenzione e allo spaccio di metanfetamina, trattata pressoché in regime di monopolio da pusher cinesi. Tale peculiare forma di condotta criminale, rivolta essenzialmente all’interno della comunità cinese, viene esercitata in forma silente, senza cioè dar luogo a manifestazioni clamorose. Per questa specifica connotazione, quella cinese può essere considerata una forma di criminalità etnica molto insidiosa, risultando estremamente difficile da reprimere anche in ragione della impermeabilità verso l’esterno, dell’estrema mobilità nel territorio dei soggetti criminali e delle difficoltà nel reperire affidabili interpreti dei molteplici idiomi con cui si esprimono gli affiliati. Talune regioni ospitano insediamenti cinesi particolarmente attivi che, al fianco della gestione dei tradizionali ristoranti, sono anche impegnati nella conduzione di numerose e diverse attività commerciali integrate nel contesto produttivo locale.
La criminalità di matrice cinese è poi molto attiva nel settore dei marchi contraffatti. A tal proposito la stessa conferma un ruolo primario in molte attività economiche, specialmente nei più importanti distretti industriali del settore tessile e dell’abbigliamento. Le forme di illegalità più comuni, oltre alla produzione e alla commercializzazione di merce contraffatta o non conforme alla normativa comunitaria, riguardano anche gli ulteriori aspetti connessi all’evasione fiscale e contributiva perpetrata mediante la costituzione di società c.d. “apri e chiudi”. Altri settori di interesse sono il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della manodopera irregolare, mentre le attività illecite verso l’esterno si rinvengono nel traffico illecito di rifiuti, nella gestione di giochi e scommesse clandestine e nella lucrosa gestione dei centri massaggi, tipica attività di copertura”. Dopo questa operazione avvenuta a Malpensa appare sempre più evidente l’ulteriore salto di qualità delle consorterie cinesi alle quali è bene non dimenticare si rivolgono pure le organizzazioni mafiose italiane per esportare all’estero parte dei profitti criminali tranne il loro metodo, “Fei Ch’ien”. In tal senso è importante registrare che sembra che alcune consorterie cinesi non siano così convinte per il rischio di incorrere dlnel 416bis di continuare tale esportazione di capitali per le mafie italiane. Sarà interessante seguire gli sviluppi. In generale oggi più che mai le consorterie mafiose e/o criminali cinesi son sempre meno da sottovalutare in quanto son sempre più forti, strutturate e si sanno muovere nella società moderna con la giusta dose di arcaicità.
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