Il “Guerriero” ha vinto la sua battaglia. Ora per Gattuso comincia il bello…

Gattuso

Era da tempo che Gattuso inseguiva un trofeo, il suo primo nel nuovo ruolo, quello di tecnico; un successo – ieri sera nella finale di Coppa Italia contro la Juventus – che lo ha definitivamente consacrato dando così un senso compiuto alla sua ancor giovane carriera sulla panca di una nobile del calcio di casa nostra, il Napoli.

Un trofeo dedicato a Francesca

E quel trionfo tanto atteso si è finalmente materializzato, un traguardo raggiunto dopo non poche delusioni e difficoltà; una Coppa comunque importante,  che lui, Rino “Ringhio” Gattuso, fra le lacrime e guardando lassù, nel cielo di Roma, ha voluto dedicare all’amata sorella Francesca scomparsa da poco ma che certamente – anzi ne siamo certi – non lo ha voluto lasciare solo a combattere, da uomo forte e determinato ma anche onesto e sincero,  la sua battaglia contro tutto e tutti. 

Un abbraccio alla faccia del Covid-19

Ma vicini gli sono stati anche i suoi ragazzi che con lui si sono battuti, hanno lottato e giocandosi tutto, in particolare la faccia e un pedigree ancora poco funzionale alle ambizioni, si sono portanti a casa, in modo del tutto meritorio, un risultato di prestigio e un premio alla loro caparbietà. Così, dopo quell’ultimo rigore magistralmente battuto da Milik, sono immediatamente corsi verso di lui per abbracciarlo – alla faccia delle norme sul mantenimento delle distanze causa virus – regalandogli un sorriso dolcissimo e sincero.

Un sorriso che in lui, uomo “vero e leale”, è riuscito nell’impresa di sciogliere quella patina di machismo che ancora aleggiava sul suo viso, una sorta di “status symbol”, raramente scalfito da momenti di generosa tenerezza. Ora però, caro Rino, comincia il bello ma pure il difficile, auguri…