La COP28 sul Clima prenderà il via domani a Dubai e sarà un momento cruciale per la discussione internazionale sui cambiamenti climatici. Con una serie di punti chiave da affrontare, l’attenzione è alta su ciò che potrebbe emergere da questo incontro globale, decisivo nella lotta contro il cambiamento climatico.
Il contesto critico da cui parte la COP28
Un’occasione importante per oltre 200 paesi di discutere le strategie e gli impegni necessari per affrontare la crisi climatica. Tuttavia, la scelta degli Emirati Arabi come sede ha sollevato molti dubbi che sono scaturiti anche in proteste, considerando il loro ruolo significativo nella produzione e nell’esportazione di combustibili fossili, principale causa della crisi stessa. A questo si aggiunge poi il fatto che la COP28 sia presieduta da Ahmed Al Jaber, amministratore delegato dell’azienda petrolifera di stato che sembra rappresentare una conflittualità di interessi.
Obiettivi chiave e ostacoli
La conferenza di quest’anno assume particolare rilevanza tecnica e politica, principalmente per il ritardo nella consegna dei 100 miliardi di dollari all’anno per la finanza climatica promessi dai paesi sviluppati. Inoltre, si tiene dopo la pubblicazione del 6° Assessment Report (AR6) dell’IPCC, fornendo una base scientifica rilevante per le politiche sul clima. L’obiettivo condiviso è triplicare le energie rinnovabili entro il 2030, ma sembra rimanere disaccordo su come affrontare il passaggio dalle fonti fossili a quelle pulite. Per esempio le tecnologie per catturare e stoccare il carbonio sono discusse, ma attualmente sono poco mature e spesso inefficaci.
Notevole importanza assume in questo contesto la creazione di un fondo per i danni subiti dai paesi più deboli, ma la lentezza nel renderlo operativo e la questione del finanziamento sollevano tuttora domande su chi pagherà per i danni causati dalla crisi climatica. Inoltre si terrà il primo Global Stocktake (letteralmente Bilancio Globale) cruciale per valutare i progressi verso gli obiettivi di Parigi. Tuttavia, vi è disaccordo su come interpretare e strutturare questo resoconto. La finanza climatica è al centro dei dibattiti, con la richiesta di proporzionalità e responsabilità condivise per affrontare la crisi.
Disaccordi e riluttanze
La discussione sulle emissioni fossili sembra messa in discussione dalla posizione del presidente della COP28, Al Jaber, che enfatizza il bisogno di eliminare le emissioni, ma non le fonti fossili in sé. Questo contrasto può ostacolare la volontà di alcuni paesi di adottare politiche più ambiziose contro le fonti fossili. Acceso e irrisolto risulta anche il dibattito sulle misure di mitigazione che è stato messo da parte a causa del disaccordo sulla finanza climatica. Naturale che si teme che questi differenti punti di vista possano causare un sostanziale stallo in questa COP28, limitando le discussioni e le misure da prendere sulla mitigazione climatica.
Aspettative e incertezze dalla COP28
L’ambizione è alta, ma i compromessi potrebbero essere difficili da raggiungere, considerando le divergenze di interessi e le resistenze a determinati cambiamenti radicali. Tuttavia, la sensazione (forse più la speranza) è che la conferenza possa produrre segnali significativi per indirizzare il futuro dell’azione climatica a livello globale.
Dubai diventa quindi il palcoscenico di un confronto cruciale per affrontare uno dei problemi più urgenti della nostra era, insieme alla prevenzione della biodiversità, lasciando speranze ma anche ampie sfide di fronte agli sforzi necessari per affrontare la crisi climatica.