A.A.A Linea telefonica cercasi. Lo stato dell’arte nei comuni montani

L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile .. Lo stato dell’arte nelle nostre montagne e nei piccoli comuni

A seguito della pandemia e dello sviluppo tecnologico, molte delle attività quotidiane si sono spostate online, dallo smart working alla didattica,  alla tele-medicina, alla tele-assistenza.
Si e’ quindi evidenziato il bisogno di rafforzare una rete che vede un profondo divario fra grandi centri abitati e zone rurali, piccoli comuni o aree interne. Il Ministro Urso in Parlamento e in Commissione Vigilanza Rai ha ribadito l’opportunità di garantire a tutti i cittadini, ovunque essi risiedano, in tempi di riordino del sistema frequenziale, la corretta ricezione del segnale televisivo. Argomento questo, cioè la copertura complementare sia col digitale terrestre sia col satellite di Tivusat, che sta a cuore a milioni di famiglie che vivono  in particolare nelle zone montane. Cosa succede se il telefono non prende e non si possono fare chiamate ? Come si comunica ?
Abbiamo visto cosa è successo giorni fa nel Torinese dove 182 zone sono rimaste scoperte  perché ‘ non c’era campo ‘ . E cosa succede ai turisti nei comuni di montagna o nelle piccole realtà in cui l’unico sistema di comunicazione e’ quello radio.  Chiediamo un commento sullo stato dell’arte nel  nostro paese a Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani.
(Uncem)
Quale è la diffusione del digitale in montagna ? Quali le problematiche ? 
Il digital divide e spaventa la montagna. È allarme serio. Divario digitale gravissimo e in aumento, nonostante il Piano banda ultralarga che avrebbe dovuto portare fibra ottica e segnali nei territori montani, invecein drammatico ritardo. Uncem nazionale sta lavorando con il Dipartimento guidato dal Sottosegretario Butti e dal Capo Dipartimento Borrelli per generare nuove opportunità grazie ai Piani Italia 1Giga e Italia 5G del PNRR. Molte sono le risorse allocate, che devono colmare disuguaglianze e sperequazioni, come raccontano i cittadini di Carrega Ligure e di altri 2700 Comuni italiani, oggetto della mappatura dal basso mossa da Uncem, sin dal 2018, che prosegue.  Le reti sono inadeguate, non solo nelle gallerie della TAV o nell’ alta velocità ferroviaria tra Bologna e Roma. La situazione è drammatica in tante, troppe parti d’Italia rurali e montane, come denuncio da tempo.
Quali soluzioni?
Gli antidoti e le soluzioni ci sono. Nel PNRR ci sono le risorse e altre si possono, si devono trovare. Lo deve fare lo Stato per arrivare – come successe negli anni Sessanta per strade ed energia elettrica – laddove gli operatori privati non arrivano, perché non remunerativo. Ovvero investire, come Stato e Istituzioni centrali e regionali, in pali, tralicci, sui quali gli operatori telco possono installare ripetitori. Ci sono 1,5 milioni di euro già stanziati per questo obiettivo  dalla legge di bilancio 2020. Pochi indubbiamente, ma oggi assurdamente fermi e non investiti. E  se ne possono aggiungere altri, con opportuni investimenti, nella legge di bilancio 2024. Uncem è già al lavoro, in sinergia con le istituzioni.
Sappiamo che gli operatori telefonici stanno lavorando con i piccoli borghi per portare segnale e il 5G, ma a che punto siamo ?
Spieghiamo ai Sindaci più diffidenti e timorosi che non ha senso aver paura, anche con l’innalzamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche da 6 a 20 volt/metro. Operazioni verità sulle quali Uncem sostiene con forza il Governo, per arrivare ovunque con i segnali mobili, sul modello di quello che ha fatto l’Emilia Romagna come Regione. Si dovrebbero eliminare molta  burocrazia e costi e dando soluzioni vere alle popolazioni residenti e ai turisti. Segnali di civiltà, con investimenti non elevati, modello per altri territori, con lo Stato protagonista, vicino a tutti, che accorcia le distanze e abbatte il divario digitale, emergenza che come Uncem  vogliamo fortemente sconfiggere.
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