Tony Effe, pseudonimo di Nicolò Rapisarda, ha espresso la sua posizione sull’esclusione dal Concerto di Capodanno al Circo Massimo da parte del Comune di Roma, che ha criticato i suoi testi per contenuti considerati sessisti e promotori di violenza di genere. Il rapper trentatreenne avrebbe dovuto condividere il palco della notte di San Silvestro con Mahmood e Mara Sattei, davanti a un pubblico atteso di 80mila persone per celebrare l’inizio del 2025.
Stop di Tony Effe al concerto di Roma
Attraverso un post su Instagram, Tony Effe ha commentato l’accaduto: “Non so fare l’attore, sono sempre me stesso. Faccio musica e la musica non può essere censurata: scrivo ciò che vedo e vivo ciò che scrivo. Grazie a tutti i colleghi e alle persone che hanno preso posizione Damme ‘na mano” . Il rapper ha anche dato appuntamento ai suoi fan al Festival di Sanremo 2025, manifestando la sua volontà di continuare a fare musica senza. compromessi.
Gli artisti rinunciano al concerto: solidali a Tony Effe
Dopo la decisione del Comune, diversi artisti si sono schierati al fianco di Tony Effe. Mahmood e Mara Sattei, che avrebbero dovuto esibirsi con lui, hanno deciso di rinunciare al concerto in segno di solidarietà. Mahmood ha dichiarato: “Credo che ogni forma d’arte deve essere libera di esprimersi e, pur essendo discutibile, non andrebbe mai censurata”. Sattei ha aggiunto: “Non trovo giusto privare un artista della libertà di esprimersi, qualunque sia il messaggio della sua arte” .
La posizione del Comune di Roma
Il sindaco Roberto Gualtieri ha spiegato la decisione di escludere Tony Effe, sottolineando che alcuni contenuti delle sue canzoni risultano incompatibili con i valori fondamentali di rispetto e libertà, in particolare nei confronti delle donne. “Roma Capitale non censura nessuno”, ha dichiarato Gualtieri, “ma abbiamo il dovere di scegliere artisti che rispettino i principi di inclusività e lotta contro ogni forma di discriminazione” .
La scelta ha sollevato dibattiti, con critiche da parte dei fan e di alcune figure del panorama musicale. La questione solleva interrogativi più ampi sul confine tra libertà artistica e responsabilità etica: è accettabile che la musica possa veicolare messaggi considerati offensivi o discriminatori?
Un dibattito aperto
L’hashtag #tonyeffe è in tendenza, con accuse rivolte ai colleghi che hanno fatto appoggiato il rapper romano: “Non osare mai più parlare di femminismo e di diritti delle donne”, scrive una utente ad Emma Marrone, che a sua volte replica infuriata: “Mamma mia che despota. Quanta confusione. Censura artistica e diritti delle donne… tutto nello stesso pentolone. Giusto per offendermi a prescindere. Brava”.
La polemica travolge anche Mahmood e Mara Sattei, che si sono ritirati dall’evento romano di fine anno sempre in solidarietà con Tony Effe. Nel mirino finiscono anche Giorgia e Noemi, che avevano postato messaggi contro la censura del rapper. Le due artiste vengono accusate di incoerenza con le loro posizioni a favore delle donne. “E pure vi etichettate come femministe”, è il commento ricorrente. Molti utenti puntano il dito anche contro la casa discografica di Tony Effe, notando come molti artisti solidali appartengano alla stessa etichetta: “La casualità della vita”, ironizza un utente.
L’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno è l’ennesima dimostrazione di quanto sia complesso trovare un equilibrio tra libertà di espressione e sensibilità collettiva. Può l’arte essere completamente libera o avere il dovere di rispettare certi limiti quando raggiunge un vasto pubblico?