Diciamo subito che la controffensiva ucraina procede lentamente ed a piccoli passi. All’inizio di giugno, un primo tentativo di sfondare le difese russe con un’azione rapida di mezzi corazzati non ha avuto buon esito. Le immagini di un gruppo di blindati Bradley e tank Leopard 2 della 47° Brigata Meccanizzata Ucraina, finiti su un campo minato e colpiti dall’artiglieria e dagli elicotteri di attacco russi, sono state un poco il simbolo delle difficoltà a cui è andata incontro questo tipo di tattica.
Gli attacchi di sfondamento a linee difensive preparate richiedono che artiglieria, tank, fanteria, droni ed aviazione si coordino in modo millimetrico; per far questo ci vuole allenamento ed esperienza, gli ucraini non hanno avuto il tempo per esercitarsi e non hanno esperienza di queste tattiche “ad armi combinate”. A tutto questo si devono aggiungere i problemi che l’Esercito Ucraino ha sin dall’inizio della guerra: la mancanza di copertura aerea, un parco di artiglieria che è migliorato ma che certo non sovrasta l’artiglieria russa, la fame di proiettili, ecc…
La cosiddetta “Linea Surovikin”
Per contro i sistemi difensivi russi – la ormai cosiddetta “Linea Surovikin” – si sono fino ad ora rivelati un osso duro da rompere. Parlare di “trincee russe” è sbagliato. La Linea Surovikin è composta da più linee difensive, ciascuna di una certa profondità, composte da sistemi trincerati, campi minati, bunker in cemento armato, postazioni di artiglieria, fossati anticarro, barriere di “denti di drago” e quant’altro: parliamo di strutture complesse, ideate da ingegneri militari, all’interno delle quali – almeno fino ad ora – le truppe russe hanno dimostrato di sapersi difendere.
Viste le prime difficoltà, gli ucraini hanno rapidamente trasformato la loro offensiva in una guerra di attrito, ora fanno quello che sanno fare ed hanno dimostrato di saper fare bene. Avanzano con squadre di fanteria dopo una accurata preparazione di artiglieria, mentre procedono ad un quotidiano logoramento delle retrovie russe colpendo ponti, strade, ferrovie, depositi di armi e di benzina.
La controffensiva ucraina procede lentamente
Se questo tipo di attacchi permettono agli ucraini di risparmiare uomini e mezzi, per contro – essendo, come detto, principalmente attacchi di fanteria appiedata – non permettono di avanzare di molti chilometri. Come si diceva, appunto, la controffensiva ucraina procede lentamente ed a piccoli passi.
Entriamo nel dettaglio, iniziando dal fronte sud, da ovest. Nell’Oblast di Zaporizhia c’è un primo attacco partito dalla città di Kamianske, gli ucraini premono in direzione sud-ovest, e – ancora un poco più a est, hanno superato Lobkove e sono giunti all’insediamento di Pyatykhatky.
Sempre nell’Oblast di Zaporizhia c’è un secondo attacco ucraino. L’offensiva, partita da Orihiv, spinge verso sud, lungo l’arteria T0408. La 47° e 118° Brigata Meccanizzata ucraina sono giunte ai margini dell’insediamento di Robotyne. Robotyne è un cardine della prima linea di difesa russa, circa 10 km più a sud si trova Solodka Balka dove è stabilita la seconda linea di difesa russa, la terza linea difensiva russa è davanti alla città di Tokmak, 19 km ancora più a sud.
Nell’Oblast di Donesk osserviamo la terza direttrice di attacco ucraino, presumibilmente orientata verso Mariupol. Gli ucraini sono avanzati fin qui di una decina di chilometri dall’inizio dell’offensiva e l’altro ieri la 35° Brigata di Marina ed il 7°Battaglione “Alday” hanno conquistato Staromaiorske ed ora premono sull’insediamento adiacente di Urozhaine. Mariupol è ancora molto lontana.Ora ci spostiamo più a nord-est, sul fronte dell’ex-città di Bakhmut. Gli ucraini attaccano sia a nord che a sud di Bakhmut. A nord l’offensiva ucraina ha raggiunto la località di Berkhivka e si è per ora fermata. A sud di Bakhmut gli ucraini hanno eliminato l’intero saliente che i russi avevano creato durante l’offensiva d’inverno, sbloccando quel che resta della città di Chasiv Yar e liberando tutto il canale Silverskyi Donets in quell’area; successivamente hanno gettato due pontoni e superato il canale attaccando contemporaneamente Klishchiivka, Andriivka e Kurdyumivka. La prime due città ora fanno parte della “grey zone”, i russi dovrebbero essersi ritirati a est di questi insediamenti, lungo la linea ferroviaria che giunge poi a Kurdyumivka. Klishchiivka è soltanto a sette chilometri e mezzo da Bakhmut. Se gli ucraini stabilizzano la loro posizioni su queste alture possono colpire con facilità le truppe russe che stazionano tra le macerie della ex-città.
Come si diceva, accanto alla lenta avanzata delle truppe ucraine in più punti del fronte è fondamentale il lavoro di usura che gli ucraini stanno compiendo nelle retrovie russe. Il danneggiamento del ponte stradale di Kerch – che collega la Russia alla penisola di Crimea – e del ponte ferroviario di Chongar -uno dei pochi collegamenti tra la penisola di Crimea e la terraferma – entrambi avvenuti nel giro di una settimana, sono i casi più eclatanti del “lavoro ai fianchi” che gli ucraini compiono sull’Esercito Russo. La logistica è uno degli aspetti fondamentali della guerra. Lo si è visto l’autunno scorso nell’Oblast di Kherson, da cui i russi hanno dovuto ritirarsi perché impossibilitati a rifornirsi. Vedremo se questa tattica funzionerà ancora una volta.
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