Si è aperta lo scorso 19 giugno la mostra Cinemaddosso dedicata ai costumi prodotti per il cinema da Annamode. Nella stupenda cornice architettonica di Pienza e Monticchiello un viaggio da ‘Cinecittà ad Hollywood’ per conoscere l’evoluzione della produzione della famosa ‘sartoria’ romana. La mostra è curata da Elisabetta Bruscolini e prodotta con la partecipazione del Museo Nazionale del Cinema. Sarà visitabile fino al 15 novembre.
Cinemaddoso. Tra Pienza e Monticchiello una mostra dedicata al cinema.
Cinemaddosso i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood. Questo è il titolo della mostra aperta il 19 giugno scorso e visitabile fino al 15 novembre che invia un forte segnale per la ripartenza dopo i tragici effetti della pandemia. Sfondo di questa interessante rassegna, curata da Elisabetta Bruscolini, è uno dei luoghi più accattivanti del centro Italia, la Valdorcia e due località ‘simbolo’ di questa zona: Pienza e Monticchiello.
Sono esposti cento costumi provenienti dalla produzione di quaranta film. Nel percorso della mostra ogni costume è esposto come un’opera d’arte per una full-immersion nella storia di ognuno di essi. Questo grazie ad un allestimento ‘immersivo’ firmato da Maria Teresa Pizzetti ma, anche, interattivo, grazie ai video di Massimo Mazzanti dello Studio Convertino & Designers.
Nello specifico la mostra è collocata nelle sale del piano terreno di Palazzo Piccolomini e del Conservatorio S. Carlo a Pienza. Un percorso che prosegue presso il Museo Tepotratos che rende omaggio all’attività imprenditoriale delle sorelle Anna e Teresa Allegri e alla loro creatura: la Sartoria Annamode.
Una mostra importante per Pienza. Le parole del sindaco Garosi.
Pienza, per le sue peculiarità turistiche, è stata certamente una delle zone più penalizzate dall’emergenza sanitaria. Manolo Garosi, il sindaco della città è entusiasta di questa iniziativa alla quale ha partecipato l’istituzione che rappresenta. Queste le sue parole relative ai contenuti di Cinemaddosso. “È la prima volta che a Pienza si realizza un’operazione di questo genere, cui non mancherà la risonanza e il successo meritato“. Prosegue poi “… l’arte cinematografica, ma soprattutto le capacità di riproduzione artigianale dei realizzatori si incontrano nella Città Ideale creando un armonioso luogo di dialogo delle arti e vero e proprio ‘guardaroba’ di una bellezza che tocca la storia, il cinema in costume, quello neorealista e rievocativo, l’artigianato artistico e la creatività umana. La storia del Cinema è passata e ancora passerà per Pienza e Pienza riconosce al Cinema quella straordinaria funzione comunicativa probabilmente insuperabile”.
Cinemaddoso. La struttura della mostra.
La mostra è strutturata per singoli ‘temi’. Le sale del Palazzo Piccolomini sono destinate a focalizzare il costume per i film di carattere storico. Ogni sala ha una dedica speciale. ‘Guerrieri e Pulzelle’, ‘Dame e Cavalieri’, ‘Cortigiani e Principesse’, ‘Artisti, Muse e Mecenati’. Ognuno di essi è arricchito da contributi video che sviscerano i ‘segreti’ dei costumi e la loro complessità mettendo in risalto la maestria necessaria per indossarli alla perfezione.
Nelle sale del Conservatorio San Carlo sono analizzati temi più specificatamente dedicati al ‘900. Tre le sezioni dedicate: ‘Donne Fatali’ una tipologia femminile della quale è piena la produzione dagli anni ’50 a fine ‘900. ‘Signore e Signori’ dedicata all’evoluzione del costume e della moda che ha caratterizzato il periodo, per certi versi, ‘aureo’ del secondo dopoguerra. ‘Fellini e Tosi per Toby Dammit’ dedicata all’estrosità del regista riminese ed alla sua sconfinata fantasia che hanno pervaso la sua produzione cinematografica. In questa sezione è ricordata la realizzazione dell’episodio Toby Dammit in Tre passi nel delirio ed alla singolare richiesta di Fellini a Piero Tosi: ‘… mi fai un vestito che si accende come un fiammifero?” che il costumista seppe realizzare con straordinaria efficacia.
Nella sede del Museo del Tepotratos a Monticchiello un’unica sezione dal titolo ‘Streghe, vampiri e altri mutanti’ dedicato a quei racconti tramandati di padre in figlio caratteristica di quel mondo popolare e rurale che ben si fonde con il fascino di Montichiello luogo che è una delle espressioni più palpitanti di quel mondo.