Analizziamo cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi passando al vaglio le opzioni sul tavolo: rimborso del prestito, suo rifinanziamento, cessione del club nerazzurro, escussione del pegno.
Si avvicina sempre più la scadenza del mega prestito di 275 milioni di euro concesso nel maggio del 2021 da Oaktree Capital Management a Suning Holdings Group per sopperire alle gravi carenze di liquidità in cui versava in quel periodo la società nerazzurra (di cui la suddetta Holding, facente capo a Zhang Jindong, ha il controllo). In effetti, tra meno di dieci mesi (precisamente entro il 20 maggio 2024) Suning dovrebbe corrispondere al fondo statunitense, in un’unica soluzione, non soltanto il capitale ricevuto in prestito, ma anche gli interessi maturati nel corso dei tre anni di finanziamento. La formula all’epoca prescelta per il prestito in questione è stata difatti quella del “Payment-In-Kind Bonds” (PIK) la quale prevede, per l’appunto, che gli interessi maturati nel corso del periodo del finanziamento vengano corrisposti alla scadenza in un’unica soluzione unitamente al capitale mutuato (e non secondo scadenze periodiche come avviene in altre forme di prestito).
Considerato il tasso (composto) fissato nella misura del 12%, ciò significa che alla data del 20 maggio 2024 il gruppo cinese dovrebbe versare ad Oaktree la complessiva somma di circa 350/360 milioni di euro.
Alla luce di questo dato fattuale, le domande che i tifosi interisti (e non solo) si pongono in modo sempre più incalzante sono sostanzialmente le seguenti: 1) Suning riuscirà a rimborsare Oaktree alla scadenza? 2) Se non potrà farlo, potrà eventualmente “rifinanziare” questo prestito? 3) Non sarebbe più logico per il gruppo di Nanchino vendere il club prima di tale scadenza in modo da evitare che Oaktree escuta il pegno azionario?
Cerchiamo allora di analizzare, sulla base dei dati oggettivi a nostra disposizione, quali potrebbero essere gli sviluppi della vicenda (che ovviamente riguardano da vicino il club milanese), tenendo bene a mente che, nel caso in cui il debito non venisse ripagato, Oaktree potrà azionare la procedura volta ad ottenere il passaggio coatto della proprietà del club nerazzurro, rilevando il 99,6% delle azioni dell’Inter (le quali le sono state concesse in pegno a garanzia del prestito in questione). Il primo dato oggettivo da cui bisogna prendere le mosse è costituito dalla grave crisi finanziaria in cui versa (ormai da un po’ di tempo) il gruppo Suning.
Le difficoltà economiche del gruppo di Nanchino
Sono proprio le conclamate difficoltà economiche del gruppo di Nanchino (i cui bilanci sono in profondo rosso da alcuni anni a questa parte) che difatti suscitano le suddette domande. Tali difficoltà, in uno con le ben note direttive impartite dal governo cinese circa il divieto di esportare capitali all’estero e di effettuare ulteriori investimenti in settori ritenuti non strategici (come quello sportivo) ci consentono di rispondere negativamente al primo quesito. In effetti, a meno di un cambio di rotta improvviso della politica cinese (che allo stato è però da escludere), non sembra proprio che Suning abbia la possibilità di ripagare il prestito.
D’altronde, il disimpegno del gruppo cinese nel settore sportivo è ormai un fatto assodato (si pensi all’avvenuta dismissione, nel febbraio del 2021, della squadra cinese dello Jiangsu di cui era proprietaria, alla perdita dei diritti tv per la trasmissione delle partite della Premier League e soprattutto, per quanto concerne specificatamente l’Inter, al mancato rinnovo della sponsorizzazione della Pinetina). In ultimo, la definitiva conferma che non si andrà nella direzione del rimborso del prestito proviene dallo stesso Presidente del club di Viale della Liberazione, Steven Zhang, il quale, alla vigilia della finale dell’ultima edizione della Champions League, ha dichiarato di non puntare a rimborsare il prestito ma a rifinanziarlo, confidando, in tal senso, nei buoni rapporti con Oaktree. Tale dichiarazione ci introduce al secondo quesito che ci siamo posti, ovvero se Suning potrà effettivamente ottenere questo rifinanziamento dal fondo californiano.
Innanzitutto, va chiarito che “rifinanziare” significa accendere un nuovo prestito allo scopo di estinguerne uno precedente.
Nel caso di specie, pertanto, le parti dovrebbero accordarsi nel senso di consentire a Zhang di ottenere un nuovo prestito il cui importo sarà ovviamente dato non soltanto dal capitale iniziale (ovvero i 275 milioni versati) ma anche dagli interessi maturati fino alla data del rifinanziamento (ovvero nel triennio 2021 – 2024) e di saldarlo allo scadere di un nuovo arco temporale (ipotizziamo triennale) unitamente agli ulteriori interessi che matureranno nel corso del nuovo triennio di riferimento (2024 – 2027). Ciò significa che la cifra che dovrebbe corrispondere Suning ad Oaktree nel maggio del 2027 non sarebbe più di 360 milioni di euro ma molto più alta, atteso che gli interessi che maturerebbero nel triennio 2024 – 2027 potrebbero attestarsi ben al di sopra dei 100 milioni di euro (considerando, in tal senso, che con il rialzo dei tassi in corso, il saggio che verrebbe applicato al nuovo finanziamento sarebbe ancora più alto del – già elevato – 12% attualmente praticato).
Se così è, appare evidente che per la famiglia Zhang non sarebbe per nulla conveniente spingere verso il rifinanziamento, in quanto, alla fine del nuovo triennio di riferimento, si ritroverebbe con un debito ancora più alto verso il fondo americano.
Un vero e proprio salto nel buio che non può nemmeno essere giustificato dall’eventuale tentativo di ottenere, medio tempore, il via libera per il nuovo stadio – che certamente farebbe lievitare il valore del club nerazzurro, anche nell’ottica di un’eventuale cessione della società nerazzurra – ma che costituisce comunque una circostanza troppo aleatoria per potervi riporre affidamento, date le lungaggini della burocrazia italiana che non possono al momento lasciare spazio all’ottimismo (almeno in tempi brevi).Si potrebbe obiettare che il nuovo finanziamento potrebbe essere richiesto da Suning non per l’intera cifra dovuta ma per un importo più basso, ad esempio per i 275 milioni oggetto del prestito tuttora in corso.
Per vedersi finanziato questo importo, però, il gruppo di Nanchino dovrebbe rimborsare al fondo americano gli interessi maturati nel triennio 2021 – 2024 (che nel maggio del 2024 ammonteranno a circa 85 milioni di euro).
In tal caso Suning dovrebbe attingere dai residui fondi attualmente presenti in Grand Tower S.a.r.l., (società lussemburghese controllata da Suning Holdings Group, ove sono confluiti i 275 milioni di euro prestati da Oaktree) costituenti al momento l’unica fonte di liquidità disponibile. A tal proposito, va però evidenziato che 126 dei suddetti 275 milioni sono stati già utilizzati da Zhang per far fronte alle necessità di cassa del club nerazzurro (75 nel 2021 e 51 nell’anno corrente), mentre altri 22 milioni sono serviti, come si evince dall’ultima relazione semestrale di “Inter Media and Communication” (società controllata da F.C. Internazionale) per saldare un vecchio debito di Suning nei confronti del club nerazzurro per la sponsorizzazione del centro sportivo e del kit d’allenamento (circostanza, questa, che conferma le già evidenziate difficoltà economiche del gruppo cinese).
In pratica, dell’iniziale prestito di Oaktree residuano al momento in “Grand Tower sarl” 123 milioni di euro.
Ciò significa che, attingendo da Grand Tower per rimborsare gli interessi dovuti al fondo americano, Suning resterebbe con pochi spicci (38 milioni di euro) che non consentirebbero certamente alla suddetta controllante lussemburghese di garantire la continuità aziendale del club meneghino fino alla scadenza dell’ipotetico nuovo prestito, considerando che la società nerazzurra è comunque in costante deficit finanziario.
In definitiva, l’ipotesi “rifinanziamento”, stando ai dati economico/finanziari oggettivi fin qui evidenziati, non sembra essere affatto una pista praticabile.
Alla medesima conclusione si perviene anche ponendosi dal punto di vista del fondo californiano. Oaktree non riceverebbe, infatti, alcun tornaconto economico da un’operazione del genere. Ed infatti, alla scadenza del nuovo (ipotetico) finanziamento (supponiamo, come detto, nel maggio del 2027) le parti si ritroverebbero, con molta probabilità – laddove Zhang non vendesse medio tempore il club, saldando contestualmente quanto dovuto al fondo – nella stessa situazione attuale (ovvero con l’impossibilità di Suning di restituire il danaro prestato).
Ecco che appare più logico per Oaktree, nel caso (ormai quasi certo) di inadempimento del gruppo di Nanchino, procedere subito all’escussione del pegno, diventando così immediatamente proprietario del club nerazzurro già a partire dal maggio 2024, onde in tal modo decidere autonomamente il da farsi (vendere subito o tenersi il club per un po’ di tempo come fatto dal fondo Elliott col Milan) senza dover attendere che in futuro Zhang ottenga la liquidità necessaria per ripagare il debito o che trovi un acquirente che possa saldare il fondo (circostanze, queste, palesemente aleatorie).
D’altronde, questo rifinanziamento ventilato da Zhang non ha ricevuto fino a questo momento alcuna conferma in quel di Oaktree (non si registrano, in tal senso, dichiarazioni dei suoi dirigenti che lo abbiano avallato). Ciò ci induce fondatamente a ritenere che nel momento in cui il fondo americano concesse il prestito, prendendo a pegno le azioni dell’Inter, dovette certamente già allora mettere in conto che, in caso di inadempimento di Suning, avrebbe preso il controllo del club meneghino.
E’ innegabile, in tal senso, che la crisi economica in cui versava Suning fosse perfettamente nota al fondo californiano già prima del 2021 (essendo esplosa definitivamente durante il periodo pandemico).
Inoltre, Oaktree era certamente a conoscenza che già dal dicembre 2020 le azioni di Suning Holdings Group erano state date in pegno dalla famiglia Zhang a “Taobao” (società controllata dal colosso cinese “Alibaba”). Se nonostante le conosciute difficoltà finanziarie del gruppo cinese, il fondo americano – i cui dirigenti non sono certamente degli sprovveduti – ha ritenuto di doverlo finanziare, prendendosi in garanzia le azioni dell’Inter (cosa che invece non ha fatto – guarda caso – la banca americana Goldman Sachs, la quale sembrava inizialmente essere l’indiziata numero uno per la concessione del prestito, essendo l’istituto di credito di riferimento degli Zhang) ciò è avvenuto, si ribadisce, perchè esso deve aver certamente messo in conto la possibilità di diventare proprietario di tale club allo scadere del prestito.
D’altra parte, nel marzo dello scorso anno, Alejandro Cano (importante dirigente di Oaktree) ha confermato di non poter escludere una simile eventualità. Non va dimenticato, in tal senso, che il fondo californiano non è nuovo ad acquisizioni nel campo calcistico, avendo acquistato, nell’anno 2020, il “Caen”, club francese di seconda divisione.
In definitiva, anche al secondo quesito possiamo rispondere negativamente: non appare, cioè, assolutamente plausibile che Zhang possa rifinanziare il prestito e l’affidamento da egli asseritamente riposto nei buoni rapporti con Oaktree non sembra affatto idoneo a giustificare una concessione in tal senso del fondo americano, il quale agisce ovviamente secondo logiche imprenditoriali e non certo in base a rapporti di cortesia, dovendo dare conto del suo operato ai propri investitori (in tal senso si consideri che qualche tempo fa questo fondo non si è fatto scrupoli nell’escutere una garanzia costituita da un grosso bene immobile a fronte di un finanziamento – non ripagato – concesso ad “Evergrande”, colosso del settore immobiliare cinese, anch’esso al momento in forte crisi).
D’altronde, la logica vorrebbe che, laddove fattibile, tale rifinanziamento avrebbe dovuto essere già stato compiuto perchè è chiaro che, più il tempo passa, più aumentano gli interessi che poi inevitabilmente andrebbero ad appesantire l’ipotetico nuovo mutuo.
Detto ciò, a questo punto non resta che chiedersi come mai la famiglia Zhang non abbia ancora ceduto il club nerazzurro, atteso che rimborsare il prestito non appare possibile, così come rifinanziarlo. In effetti, per quanto fin qui narrato, la cessione sembrerebbe essere una via obbligata.Importanti testate giornalistiche hanno in effetti riportato, già da circa un anno, del mandato affidato dagli Zhang alla banca d’affari “Goldman Sachs” ed al consulente finanziario “Raine Group” al fine di reperire acquirenti per il club milanese.
E’ stato inoltre riportato che gli Zhang avrebbero valutato in 1,2 miliardi di euro il valore complessivo del club (forse anche qualcosa in più, come emerso recentemente).
Diversi possibili acquirenti sono stati accostati in questi ultimi due anni all’Inter (tra i tanti soprattutto il fondo statale saudita “PIF” e quello del Bahrein “INVESTCORP”) ma di fatto la cessione del club non si è ancora materializzata.
Il Presidente Steven Zhang ha d’altronde più volte smentito di voler cedere, ma tale sua fermezza si scontra con quanto abbiamo fin qui detto.Inoltre, è risaputo che nei primi mesi del 2021 il fondo inglese “BC PARTNERS” aveva formulato un’offerta per rilevare il club nerazzurro (che tuttavia non venne ritenuta congrua anche per la concomitante nascita del progetto “superlega”); circostanza che comunque conferma come gli Zhang pensassero a passare la mano già in quel periodo.
D’altronde, l’aver ottenuto il prestito da Oaktree secondo la formula “PIK-BOND”, se da un lato ha di fatto messo una pietra tombale su qualsiasi velleità di rimborso o di rifinanziamento (vista, come detto, la crisi di Suning e l’impossibilità di esportare capitali dalla Cina), dall’altro ci induce a ritenere come certamente plausibile l’intento degli Zhang di prendersi del tempo per cedere in tutta calma il club entro il triennio di vigenza del finanziamento.
Ed infatti, il non dover corrispondere interessi secondo un piano rateale per tutta la durata del prestito (ma, come detto, solo alla fine dello stesso in un’unica soluzione) ha consentito a Suning di non esaurire in breve tempo la liquidità ottenuta dalla sua erogazione, dando così la possibilità al gruppo cinese di assicurare la continuità aziendale della società nerazzurra in questo triennio (aiutata in ciò, dalla normativa nazionale anticovid, la quale sta consentendo al club di Viale della Liberazione di operare col patrimonio netto negativo) e concedendole, altresì, l’opportunità di poter procedere con calma, nelle more della vigenza del prestito, alla cessione del club milanese ad un prezzo congruo.
Tuttavia, il valore di riferimento dato dagli Zhang per la cessione sembra essere stato ritenuto troppo elevato dai possibili acquirenti.
Da notare che l’avvicinarsi della scadenza del prestito (che rende sempre più probabile la perdita del club a favore del creditore pignoratizio) non ha affatto indotto i proprietari del club nerazzurro a rivedere al ribasso il prezzo di vendita. Il motivo di questa fermezza della famiglia Zhang è probabilmente da ricercare nei debiti contratti da Suning con riferimento all’Inter. Bisogna considerare, infatti, che sul gruppo di Nanchino non pesa soltanto il debito verso il fondo californiano ma anche quello facente capo all’Inter. Secondo quanto riportato da Calcio & Finanza circa un mese fa, l’attuale indebitamento finanziario netto del club nerazzurro è pari a circa 350 milioni di euro. Inoltre, se a ciò aggiungiamo che il gruppo cinese aveva già investito circa 700 milioni di euro nell’Inter, diventa di facile comprensione la ragione per cui gli Zhang non intendano cedere il club al di sotto di una certa cifra. Tuttavia, più ci si avvicina alla scadenza del prestito concesso da Oaktree, più difficile sarà per loro cedere il club. Ciò perché i potenziali acquirenti potrebbero – non a torto – ritenere più conveniente trattare con chi tra meno di un anno prenderà le redini della società meneghina, potendo così negoziare condizioni di acquisto più vantaggiose.
Come riportato dal Dott. Carlo Festa (giornalista del Sole24ore) non è da escludere, in tal senso, che il fondo americano possa già aver già individuato un potenziale acquirente. Inoltre, non va sottaciuto che con l’avvicinarsi della scadenza del mentovato prestito, i poteri di controllo di Oaktree sulla gestione del club nerazzurro (garantiti al creditore pignoratizio, dall’art. 2352 del codice civile) diventeranno man mano sempre più pregnanti (atteso che le attuali scelte gestionali – inclusa la campagna trasferimenti dei calciatori – si vanno a riverberare inevitabilmente su esercizi finanziari futuri, rispetto ai quali non vi è attualmente certezza sul soggetto che sarà poi chiamato a farsene carico).
In definitiva, rispondendo all’ultimo quesito che ci siamo posti, possiamo dire che la cessione del club nerazzurro rappresenterebbe per Suning l’unica opzione realmente praticabile. Tuttavia, l’ostinata riluttanza della famiglia Zhang ad accettare proposte di acquisto inferiori alla cifra da costoro fissata sta di fatto conducendo i proprietari dell’Inter in un vicolo cieco dal quale sarà sempre più difficile venirne fuori.
Restano, come detto, soltanto dieci mesi alla scadenza del prestito.
Al momento la strada sembra dunque essere tracciata, con Oaktree pronto a rilevare il club di Viale della Liberazione nel maggio del 2024. Non ci resta ormai che attendere l’ultimo capitolo di questa storia ormai prossima, in un modo o nell’altro, alla sua conclusione.
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