Le italiane non sfondano ma tengono alla prima verifica europea dopo i fasti della scorsa stagione
La partita dell’Inter vicecampione d’Europa è stata il manifesto della sofferenza del nostro calcio nella prima giornata di Champions. I nerazzurri, colpiti a freddo, hanno rischiato più volte il tracollo all’Anoeta , incapaci di arginare la pressione e la tecnica del centrocampo della Real Sociedad (su tutti Brain Mendez e Merino), ma sono riusciti ad agguantare un prezioso pari grazie al solito Lautaro innescato da Re Mida Frattesi. Gli uomini di Inzaghi, che ha forse esagerato nel turnover con ben 5 cambi rispetto al derby, hanno confermato di essere in questo senso cresciuti dal punto di vista mentale, ma per trionfare in questa competizione la storia ha dimostrato, tranne rare eccezioni, che bisogna proporre un calcio più offensivo rispetto a quello mostrato a San Sebastian.
Il Napoli lo ha proposto solo a metà con una grande prima frazione di gioco culminata nel gol di Di Lorenzo (ancora una volta migliore in campo) dopo una lunga serie di occasioni e finalmente con Kvara più coinvolto rispetto alle precedenti gare.I partenopei hanno poi accusato un notevole calo atletico che ha determinato il pari dei portoghesi, i quali, dopo il fortunoso nuovo vantaggio azzurro, hanno rischiato di riacciuffarla per la seconda volta nel convulso forcing finale che ha tradito i grossi impacci della difesa di Garcia, con un Ostigard in palese confusione e Natan finalmente in campo nei minuti finali.Successo comunque fondamentale per il Napoli che alla prossima ospiterà il Real Madrid.
Il gol di testa di Provedel al 95° disegna un nuovo episodio nell’epica di questo sport e consegna un importante pareggio alla Lazio di Sarri, che, dopo un buon primo tempo, è stata ipnotizzata dal possesso palla dell’Atletico Madrid, che ha avuto però il torto, spesso esiziale in questo gioco, di non sfruttare le diverse occasioni create per chiudere la partita. La Lazio, rimasta a galla, ha avuto il merito di crederci fino all’ultimo, sospinta dal suo pubblico e trascinata da Luis Alberto, ormai nuovo leader dei biancocelesti dopo l’addio di Milinkovic Savic.
Decisamente più amaro il pari del Milan, che non è riuscito a sfondare il muro della più forte difesa di Premier in cui ha svettato un eroico Trippier, nonostante una netta supremazia territoriale corredata da almeno cinque nitide palle gol.La partita ha dimostrato una volta di più l’imprescindibilità di Tomori in difesa e i progressi nella costruzione del gioco a metà campo con i rossoneri bravi ad eludere il pressing alto inglese e con un Loftus-Cheek dominante nel duello con Tonali, peraltro condizionato da una condizione fisica non ottimale.Il girone è lungo ma, visto il risultato di Parigi (2-0 del PSG sul Dortmund), la sfida di ritorno al St James’ Park rischia di essere decisiva per la qualificazione ed è risaputo che gli uomini di Howe si trasformano nel loro fortino (come ben sanno le grandi di Premier, spesso in difficoltà da quelle parti).
La prima giornata di Champions è stata illuminata dalle nuove stelle del firmamento calcistico mondiale: Bellingham, Alvarez, Musiala e Joao Felix. L’inglese è stato ancora una volta decisivo con il sesto gol stagionale nel recupero che ha fatto crollare il muro dell’Union Berlino, organizzato attorno ad un ottimo Bonucci, peraltro già uscito prima della scena finale. Per lui Ancelotti ha modificato il modulo vincente delle ultime stagioni passando dal 4-3-3 al centrocampo a rombo con Bellingham vertice alto. Spesso si è abusato negli ultimi anni di tale termine ma l’inglese è il prototipo di giocatore totale, abile non solo negli inserimenti offensivi, ma anche come assistman ed efficace pure in fase di contenimento.
Alvarez ha trascinato il City alla rimonta con una doppietta contro la Stella Rossa ed è stato ancora una volta grande protagonista nel ruolo di trequartista che il Pep gli ha ritagliato per favorire la coesistenza con Haaland. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, come dimostrato dallo schiacciante avvio di Premier dei Citizens. Musiala con i suoi strappi ha tagliato a fette il centrocampo del Manchester United nella partita più bella della giornata, in cui il risultato non da l’esatta misura del divario tra le due squadre, con i tedeschi sempre in controllo della partita e spumeggianti in attacco con Kane già pienamente dentro gli schemi e Sanè finalmente arrivato alla piena maturazione.
Joao Felix, con due gol e un assist, è stato il grande protagonista della cinquina rifilata dal Barca ai belgi dell’Anversa, come già lo era stato tre giorni prima nel 5-0 al Betis Siviglia in Liga. Il portoghese, in difficoltà nel calcio barricadero di Simeone, ha trovato l’ambiente e il gioco ideale per dispiegare il suo grande talento cui ora unisce una concretezza sotto porta che era mancata negli anni precedenti. Xavi, dopo aver lavorato sulla solidità della difesa che era stata il punto di forza nel successo della Liga dello scorso anno, ha reso finalmente più fluida e spettacolare la proposta offensiva, con un De Jong che, finalmente liberato dalla presenza ingombrante di Busquets, ha preso in mano le redini della squadra, che si candida ad outsider di lusso dopo le delusioni degli ultimi anni. Segnaliamo, ancora, il trionfale ritorno in Champion dell’Arsenal, che ha annichilito il PSV con le sue meravigliose giocate in campo aperto e la grande sorpresa della giornata costituita dalla sconfitta interna del Benfica, grande protagonista nella scorsa stagione, ad opera del Salisburgo.