A undici giorni dall’arresto a Teheran, Cecilia Sala, giornalista italiana detenuta nella prigione di Evin, appare sempre più una pedina in un gioco diplomatico. Accusata genericamente di aver “violato le leggi islamiche”, si trova in detenzione preventiva mentre le autorità cercano prove per giustificare il fermo. L’Iran sembra puntare al rilascio di Mohammad Abedini-Najafabadi, ingegnere esperto di droni detenuto in Italia dal 16 dicembre e in attesa di estradizione negli Stati Uniti.
La posizione dell’Italia
Ora, la questione è nelle mani della giustizia italiana e, in ultima istanza, del ministro della Giustizia Carlo Nordio. La decisione su Abedini potrebbe ribaltare la situazione, un eventuale diniego all’estradizione verso gli Stati Uniti comporterebbe la sua immediata scarcerazione e, potenzialmente, il ritorno in Iran o in Svizzera, dove l’ingegnere ha cittadinanza e residenza. Questo scenario potrebbe aprire la strada per una rapida liberazione della giornalista italiana.
Rischi e precedenti
Tuttavia, l’Italia si trova in una posizione delicata. La concessione degli arresti domiciliari ad Abedini potrebbe essere una soluzione temporanea, ma pesa il precedente di Arthem Uss, presunto trafficante d’armi russo, evaso nel 2023 mentre era in attesa di estradizione negli Stati Uniti. L’incidente suscitò dure reazioni da parte degli americani, e il governo italiano dovrà ora muoversi con cautela per evitare nuovi attriti con Washington.
Pressioni diplomatiche
Le pressioni sul ministro Nordio aumentano. L’Italia deve tutelare la sicurezza di Cecilia Sala senza compromettere i rapporti con gli Stati Uniti, che chiedono l’estradizione di Abedini. Il rischio è che la vicenda si trasformi in un delicato caso diplomatico, con implicazioni non solo per i rapporti bilaterali, ma anche per la libertà di stampa e la tutela dei diritti umani.
Una trattativa mascherata?
Dietro le dichiarazioni ufficiali, l’arresto di Cecilia Sala appare sempre più come uno strumento di pressione politica da parte di Teheran, trasformando la giornalista in ostaggio di uno scontro internazionale. L’Italia dovrà ora decidere se cedere alle richieste iraniane per liberarla o mantenere una linea dura, rischiando di lasciarla in detenzione arbitraria. La speranza è che il governo agisca rapidamente, tutelando Cecilia Sala senza compromettere la propria credibilità internazionale.