E di di ieri la notizia che l’imam di una moschea inglese è stato registrato mentre teneva un sermone su come si esegue correttamente la lapidazione di una donna adultera. Il video ha suscitato indignazione e scalpore, scrivono i cosiddetti giornaloni. Ma è invece il caso di indignarsi per tale indignazione. La moschea di Green Lane a Birmingham era nota da tempo per essere in mano a estremisti. In passato, quel luogo di culto era noto per avere ospitato prediche che incitavano alla Jihad contro i miscredenti, allo stupro coniugale, e altri deliri del genere.
Qualche giorno di indignazione e poi tutto come prima?
Dopo i soliti controlli (evidentemente effettuati da persone con gli occhi foderati da spesse fette di “politicamente corretto”) all’istituzione che ospitava tali idee, erano stati assegnati fondi per 2,2 milioni di sterline (pari a 2,574 milioni di euro) Non è un caso sporadico. In un‘altra moschea, quella di Finsbury Park (a nord di Londra), un imam egiziano si era impegnato a “liberare” la moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme dalla “sporcizia degli ebrei”.
Inoltre, il segretario generale della moschea Mohammed Kozbar aveva elogiato il fondatore dell’organizzazione terroristica Hamas – lo sceicco Ahmed Yassin – come “il maestro dei martiri della resistenza, lo sceicco mujahid [guerriero santo], il maestro” durante il suo viaggio a Gaza nel 2015.
L’Occidente che non vuole vedere
Dunque non era la prima volta che anche da questa moschea emergeva una leadership di fanatici. Ciononostante, gli inglesi hanno generosamente finanziato – tra il 2017 e il 2022 – con quasi 300mila sterline (350mila euro) la moschea. Non solo: l’ex segretario del Partito Laburista inglese Jeremy Corbyn aveva pochi giorni fa definito quel luogo di culto integralista come un “luogo di pace, speranza e solidarietà”.
C’è poco da indignarsi, dunque. Quella moschea aveva già mostrato le proprie inclinazioni estremiste, ma era comunque stata socialmente accettata e finanziariamente supportata. Sappiamo già che ora ci sarà qualche giorno di indignazione, ma poi tranquilli: tutto riprenderà come prima. Altre moschee inviteranno predicatori scatenati, altri imam predicheranno l’odio, fino al prossimo scandalo.
Il sonno della ragione
La verità è che la classe politica europea non sa cos’è l’islam. Non è in grado di distinguere tra moschea e moschea. E i jihadisti lo sanno. Infatti chiedono e ottengono tutti i tipi di aiuti economici grazie al desiderio occidentale di dialogare con chi è diverso da noi. Hanno capito che siamo una mucca felice di farsi mungere in nome dell’integrazione, e siamo così stupidi da finanziare – in nome della convivenza – perfino chi vuole distruggerci. Ma il problema è solo nostro. Questi militanti politici travestiti da religiosi, in alcuni Paesi come il Marocco o l’Egitto, sarebbero stati sbattuti in galera, altro che supporto economico.
Sarà dunque sempre troppo tardi quando capiremo che non basta essere stranieri, avere un colore della pelle o una religione diversi, per rappresentare automaticamente una ricchezza culturale. Purtroppo c’è da temere che l’Occidente non sia proprio in grado di capire queste elementari verità. E non si tratta di pessimismo, ma di realismo. Del resto, se non è bastato il sangue fatto versare da Bin Laden, Khomeini e i talebani per farci capire i pericoli dell’estremismo islamico, non so proprio cos’altro potrà svegliarci da questo lungo sonno della ragione.
@riproduzione riservata