Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), c’è un’alta probabilità che la temperatura media globale superi temporaneamente 1,5°C sopra i livelli preindustriali nei prossimi cinque anni. Questa probabilità, stimata all’80%, sottolinea la crescente urgenza di azioni climatiche ambiziose per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e contrastare quindi il cambiamento climatico. Accordo che mira a mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C, con sforzi per limitarlo a 1,5°C entro la fine del secolo.
Previsioni climatiche e impatti
Il rapporto dell’OMM prevede che tra il 2024 e il 2028 la temperatura media globale annua si attesterà tra 1,1°C e 1,9°C sopra la media del periodo 1850-1900. È altamente probabile (86%) che almeno uno di questi anni stabilirà un nuovo record di temperatura, superando il 2023, attualmente l’anno più caldo mai registrato. La probabilità che la temperatura media globale per l’intero periodo quinquennale superi i 1,5°C rispetto all’era preindustriale è salita al 47%, rispetto al 32% dello scorso anno. Questa crescita evidenzia un aumento costante delle probabilità dal 2015, quando erano quasi nulle. Tra il 2017 e il 2021, la probabilità era del 20%, mentre per il periodo 2023-2027 è salita al 66%.
Azioni e appelli urgenti per il cambiamento climatico
Il rapporto è stato pubblicato in concomitanza con un discorso significativo del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha esortato a un’azione climatica più ambiziosa in vista del vertice del G7 in Italia. Guterres ha paragonato la situazione a una roulette russa con il pianeta, sottolineando che la battaglia per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C si vincerà o si perderà negli anni ’20, sotto la guida dei leader attuali.
Il ruolo del Copernicus a servizio del cambiamento climatico
Il rapporto ha anche evidenziato i dati del Copernicus Climate Change Service, che mostrano che gli ultimi 12 mesi (giugno 2023 – maggio 2024) sono stati i più caldi mai registrati, con una temperatura media globale di 1,63°C sopra la media preindustriale. Questa tendenza conferma la serie di record mensili consecutivi, riflettendo l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici.
Gli impatti del riscaldamento globale sono già evidenti e devastanti, includendo ondate di calore estreme, precipitazioni intense e siccità, riduzioni delle calotte glaciali e dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare e riscaldamento degli oceani. Il rapporto dell’OMM evidenzia inoltre che il riscaldamento artico nei prossimi cinque inverni sarà più di tre volte superiore rispetto alla media globale, con ulteriori riduzioni previste nella concentrazione di ghiaccio marino.
Prospettive future
Nonostante le violazioni temporanee della soglia di 1,5°C, l’obiettivo a lungo termine dell’Accordo di Parigi non è ancora definitivamente compromesso. È cruciale ridurre urgentemente le emissioni di gas serra per evitare costi economici enormi, danni ambientali estesi e impatti devastanti sulla biodiversità. Viviamo in un’era senza precedenti, ma con strumenti avanzati per monitorare e prevedere il clima, possiamo guidare le nostre azioni verso un futuro più sostenibile. Stabilizzare le concentrazioni di gas serra potrebbe permettere di ritornare a condizioni climatiche più stabili entro la fine del secolo, ma questo richiede impegno e azione immediata a livello globale.