Il leader dei Proud Boys, Enrique Tarrio, è stato condannato martedì a 22 anni di carcere, la pena detentiva più lunga comminata nell’ampia indagine del Dipartimento di Giustizia sulla violazione del Campidoglio del 6 gennaio 2021. I pubblici ministeri avevano raccomandato una condanna a 33 anni di carcere.
Il principale organizzatore della cospirazione
Tarrio non era presente in Campidoglio il 6 gennaio 2021, ma i pubblici ministeri nei documenti della sentenza lo hanno descritto come il “principale organizzatore” della cospirazione per la quale lui e i suoi coimputati sono stati condannati. Ha usato la sua enorme influenza “per condonare e promuovere la violenza” negli altri, hanno scritto i pubblici ministeri, aggiungendo: “Era un generale piuttosto che un soldato”.
Durante la rivolta del 6 gennaio sui social network Tarrio, mentre si trovava a Baltimora, aveva scritto: “Dopo che avrò finito di guardare (l’attacco al Congresso trasmesso dalle televisioni, ndr) farò una dichiarazione sul mio arresto… Ma per ora mi godo lo spettacolo… Fate quello che va fatto”.
Il suo coimputato Ethan Nordean è stato condannato la settimana scorsa a 18 anni, mentre altri hanno ricevuto pene comprese tra 10 e 17 anni. La sentenza di Tarrio avrebbe dovuto essere anticipata, ma è stata ritardata a causa della malattia del giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti Timothy Kelly.
Il pentimento in aula
Poco prima della lettura della sentenza Enrique Tarrio ha parlato dicendo di vergognarsi «moltissimo» e di essere «deluso» dal fatto di aver «causato dolore e sofferenza»: «Dovrò convivere con quella vergogna per il resto della mia vita». Poi ha detto che i cittadini di Washington “meritavano di meglio” e che “ciò che è accaduto il 6 gennaio è stato motivo di imbarazzo nazionale”, ha parlato della sua “hybris”, cioè della sua tracotanza, e ha continuato a scusarsi. Parole che non hanno pero’ intenerito la giuria che lo condannato a 22 anni di carcere.
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