Il Teatro Vascello di Roma propone Aspettando Godot di Beckett uno dei testi più importanti della metà del 900. Lo spettacolo debutterà il 31 gennaio e sarà in scena per tutta la settimana, fino al 5 febbraio. Il regista greco Theodoros Terzopoulos curerà non solo la messa in scena ma anche scene, luci e costumi. Sarà utilizzata la traduzione italiana di Carlo Fruttero con le musiche originali Panayiotis Velianitis ed una valida compagnia di attori.
Aspettando Godot. Capolavoro del Teatro dell’assurdo
Aspettando Godot è uno dei lavori teatrali più significativi di Samuel Beckett considerato anche uno dei caposaldi di quel genere teatrale noto come Teatro dell’assurdo. Il drammaturgo scrisse questo testo negli ultimi anni 40 dello scorso secolo ma non convinse gli editori ai quali fu proposto per la pubblicazione. Nel 1950 il testo fu proposto a Tristan Tzara e a Roger Blin per arrivare alla pubblicazione nel 1952 con la conseguente prima assoluta al Théâtre de Babylone di Parigi con la regia dello stesso Blin. Il lavoro fu rappresentato in lingua francese con il titolo En attendant Godot. Il successo fu chiaro e netto e il testo fu riproposto in diversi teatri e tradotto in ben 18 lingue. Tra queste anche la versione inglese curata dallo stesso Beckett nel 1954. Il lavoro possiede tutte le caratteristiche del Teatro dell’assurdo per la sterilità e l’asciuttezza della trama che propone situazioni insensate e messaggi di difficile individuazione. È considerata, forse, l’opera più rappresentativa, non solo per questo particolare filone della storia del teatro ma, anche per tutta la produzione di Beckett.
Aspettando Godot. Una metafora dei tempi e della vita
Sulla scena ci sono due vagabondi Vladimir e Estragon che attendono un misterioso personaggio, Godot. Non conoscono né l’ora né il luogo dell’appuntamento ma, soprattutto, non sanno cosa fare nell’attesa. Arrivano poi altri due misteriosi personaggi, Lucky tenuto al guinzaglio dal suo padrone Pozzo. Arriva poi in Ragazzo ad annunciare che Godot non arriverà oggi ma domani. Nell’atto successivo ricompaiono Vladimir e Estragon mentre Pozzo e divenuto cieco e Lucky muto. Nessuno conosce il luogo dove si trovano e l’ora; tutto è dominato dal buio. Ricompare il Ragazzo che rende noto che Godot non arriverà se non il giorno dopo. In tutti prende spazio la convinzione che Godot non verrà né oggi, né domani, né mai.
Per quanto riguarda lo spettacolo è giusto evidenziare l’impronta impressa dal regista Theodoros Terzopoulos uomo di lunga esperienza in campo teatrale per le sue interpretazione di un vasto repertorio che va dal teatro greco a quello contemporaneo fino al teatro d’opera. Utili allo scopo sono le sue stesse parole: “I personaggi beckettiani si muovono in una zona grigia, in un paesaggio del nulla, quello dell’annientamento dei valori umani. Qualsiasi tentativo di umanizzazione – prosegue il regista – cade nel vuoto (…) Il sarcasmo alla ricerca di una fine che non ha fine è l’espressione dominante degli esercizi di sopravvivenza dei personaggi. Essi cercano la fine della fine, che tuttavia non arriva mai. Ogni nuovo inizio è la definizione di una nuova fine. Pessimismo estremo. I personaggi tacciono aspettando la rivelazione dell’indicibile, che non si rivela mai”.
Gli interpreti e le rappresentazioni
Lo spettacolo è stato prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini ed in collaborazione con Attis Theatre Company. Gli interpreti sono Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Paolo Musio e i promettenti giovani Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola il cui lavoro è stato fattivamente amalgamato da Michalis Traitsis collaboratore alla drammaturgia. Le musiche originali sono di Panayiotis Velianitis.
Aspettando Godot, che sarà rappresentato nella traduzione di Carlo Fruttero, sarà in scena al Teatro Vascello dal 31 gennaio al 5 febbraio. Dal martedì al venerdì alle ore 21. Sabato alle 19 e domenica alle ore 17.
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