L’argento, un tesoro nascosto nei pannelli solari

Un team di ricercatori italiani sviluppa una soluzione sostenibile per recuperare l'argento dai pannelli solari dismessi, aprendo nuove prospettive per l'industria delle energie rinnovabili

In un mondo dove la sostenibilità e la gestione dei rifiuti sono diventate priorità urgenti, un gruppo di scienziati dell’Università di Camerino ha compiuto un passo rivoluzionario, aprendo nuove prospettive per l’industria delle energie rinnovabili e affrontando il crescente volume di rifiuti tecnologici generati dai pannelli solari dismessi. Hanno sviluppato un metodo innovativo e sostenibile per estrarre argento puro con un’efficienza del 98%, sfruttando rifiuti che altrimenti rappresenterebbero solo un problema ambientale.

I pannelli solari, fondamentali per la transizione verso un futuro energetico più pulito, contengono materiali preziosi come l’argento, essenziale per i loro circuiti. Tuttavia, alla fine del loro ciclo vitale, questi pannelli diventano rifiuti, e il loro volume crescerà in modo esponenziale nei prossimi decenni. Recuperare i materiali preziosi in modo efficiente è una sfida cruciale.

Fino ad oggi, i metodi di recupero dei metalli dai rifiuti fotovoltaici erano costosi, inefficienti e spesso dannosi per l’ambiente. In questo contesto, l’Università di Camerino, in collaborazione con l’azienda italiana ORIM, ha sviluppato un metodo che combina processi idrometallurgici ed elettrochimici per ottenere argento puro, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Pubblicato su Environmental Technology & Innovation, il metodo si basa sulla lisciviazione dei metalli con soluzioni acquose, abbinata a reazioni elettrochimiche, e utilizza l’innovativa tecnica di elettrodeposizione-sostituzione redox. Questo approccio non solo è estremamente efficiente, ma anche sostenibile, poiché non richiede sostanze chimiche pericolose, a differenza dei metodi tradizionali.

Un ostacolo nel recupero dell’argento era la somiglianza del potenziale elettrochimico tra argento e rame, che rendeva difficile la separazione. Il team ha superato questo problema utilizzando una combinazione di persolfato e ammoniaca, proteggendo il rame dalla lisciviazione e isolando selettivamente l’argento senza impatti ambientali negativi.

Questa innovazione potrebbe trasformare il recupero dei materiali preziosi dai pannelli solari, riducendo la necessità di estrazione mineraria e abbassando i costi di produzione. Inoltre, potrebbe rivoluzionare la gestione dei rifiuti solari, favorendo una maggiore sostenibilità nel settore delle energie rinnovabili.

Il lavoro degli scienziati di Camerino offre una soluzione tangibile per conciliare la crescita delle energie rinnovabili con una gestione sostenibile dei rifiuti tecnologici, creando un’economia circolare in cui i rifiuti diventano nuove risorse. Questo metodo potrebbe segnare un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti solari, la cui quantità è destinata ad aumentare considerevolmente nei prossimi anni. Entro il 2050, il volume di questi rifiuti sarà una sfida globale, ma con questo metodo di recupero dell’argento, tale sfida potrebbe trasformarsi in un’opportunità.