In un clima tesissimo, l’Argentina andrà alle urne domenica prossima, mentre il Paese è alle prese con una profonda crisi economica, che appare quasi senza ritorno. La povertà ha raggiunto il 40,1%, il livello più alto dal crollo dell’economia nel 2001.
Come scrive l’Agenzia Nova ” In termini numerici si tratta di 18,1 milioni di persone che attualmente si trovano in una condizione di povertà. Il livello di indigenza, che tiene conto dei livelli più estremi di povertà, ha invece chiuso il 2022 all’8,1 per cento, in calo rispetto all’8,8 per cento dei primi sei mesi dello scorso anno, grazie soprattutto ai sussidi statali”.
L’inflazione è a due cifre e ha raggiunto il 143% su base annua, il massimo da 32 anni. Il Pil è sceso del 2,8% nel secondo trimestre dell’anno, segnando un forte rallentamento economico.L’Argentina è sull’orlo del collasso sotto il peso del debito, eredità di un prestito di 44 miliardi di dollari contratto nel 2018 con il Fondo Monetario Internazionale. Il governo sta negoziando per allentare gli obiettivi del piano di rifinanziamento firmato nel 2022 con il Fondo, il 22esimo nella storia del Paese.
L’Argentina deve restituire oltre 26 miliardi di dollari ad investitori privati, 3,7 miliardi a istituzioni finanziarie internazionali e 2,4 miliardi sul debito precedentemente ristrutturato. Come riuscirà a far fronte? Nonostante la gestione scellerata dello Stato da parte di tutti i governi che si sono succeduti fin qui il Paese abbonda di risorse naturali, tra cui gas, petrolio e litio. I suoi terreni fertili ne fanno un importante esportatore di soia, grano e mais. Propobile che molte di queste risorse finiranno nelle mani dei Paesi creditori un po’ come accade ai Paesi africani strangolati dalla “trappola del debito cinese”.
Domenica prossima, gli argentini andranno a votare per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. Il ministro dell’Economia peronista Sergio Massa affronterà l’outsider Javier Milei.
Massa arriva al secondo turno con un certo slancio dopo aver inaspettatamente vinto il primo turno di ottobre. Milei potrebbe raccogliere più voti di centro dopo aver ottenuto l’appoggio della conservatrice Patricia Bullrich.
Qualunque sia il risultato elettorale, il nuovo governo dovrà rilanciare l’economia, affrontare una legislatura frammentata e raggiungere un accordo con il Fondo Monetario Internazionale sui debiti.
Temi principali
- L’Argentina è alle prese con una profonda crisi economica, con un tasso di povertà al 40,1%, un’inflazione al 143% e un Pil in calo.
- Il Paese è sull’orlo del collasso sotto il peso del debito, che ammonta a oltre 70 miliardi di dollari.
- Il ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica prossima si preannuncia serrata, con due candidati dalle visioni molto diverse: Sergio Massa, un peronista progressista, e Javier Milei, un libertario.
Il futuro dell’Argentina è incerto. Il nuovo governo dovrà affrontare sfide enormi, ma anche opportunità. Il Paese ha le risorse per prosperare, ma ha bisogno di un cambiamento radicale per uscire dalla crisi.
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