Il capo dell’intelligence estera tedesca, Bruno Kahl, ha lanciato un inquietante allarme riguardo al crescente rischio di un conflitto militare diretto tra la Russia e la NATO entro la fine di questo decennio. Nel corso di un’audizione al Bundestag, Kahl ha dichiarato che “la disponibilità di Mosca a utilizzare misure ibride e coperte ha raggiunto un livello mai visto prima” e che “un confronto militare diretto con la NATO è diventato una possibilità per il Cremlino”. Queste parole segnalano l’inevitabile intensificarsi delle tensioni tra Mosca e l’Occidente, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’Europa.
Secondo Kahl, l’obiettivo principale della Russia è chiaro: “dividere l’Occidente” e indebolire la capacità difensiva europea, mentre rafforza il proprio apparato militare per prepararsi a un eventuale attacco. Questo piano si sviluppa su due fronti: da un lato, la Russia cerca di minare la coesione delle potenze occidentali; dall’altro, punta a “spingere gli Stati Uniti fuori dall’Europa” e ripristinare i confini della NATO degli anni Novanta, creando una nuova “sfera di influenza russa”. Kahl ha sottolineato che la Russia sta destinando ingenti somme di denaro alla difesa, come non era mai successo in passato, concentrando i suoi sforzi lungo il fianco orientale della NATO. Questo aumento di spese militari è funzionale a una preparazione strategica che potrebbe culminare in un’aggressione su larga scala.
Questa visione è condivisa anche dal ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius il quale, già all’inizio dell’anno, aveva lanciato un allarme su un possibile attacco della Russia contro la NATO, ipotizzando che il fatto potrebbe avvenire entro i prossimi cinque-otto anni. Simili preoccupazioni sono state espresse anche da Andrius Kubilius, candidato al ruolo di primo commissario per la difesa dell’Unione Europea, che ha sottolineato la necessità di prepararsi a una possibile escalation entro lo stesso periodo. Le dichiarazioni di Kahl e Pistorius rispecchiano una crescente consapevolezza in Europa della minaccia rappresentata dalla Russia, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.
La preoccupazione per la Russia non si limita al solo fronte militare. Thomas Haldewang, capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, ha sottolineato come l’intelligence russa stia intensificando le sue attività spionistiche e di sabotaggio in Germania. “Stiamo osservando un comportamento aggressivo da parte dei servizi segreti russi”, ha dichiarato Haldewang, avvertendo che questi attacchi stanno aumentando “sia quantitativamente sia qualitativamente” e che la Russia è disposta persino a “mettere a rischio vite umane” pur di perseguire i propri obiettivi.
Un esempio di questa crescente aggressività è emerso l’estate scorsa, quando i servizi segreti tedeschi e statunitensi hanno sventato un complotto russo per assassinare Armin Papperger, l’amministratore delegato della Rheinmetall, un’importante azienda tedesca che produce armi destinate all’Ucraina. Questo piano, che faceva parte di una serie di operazioni mirate a colpire figure chiave dell’industria della difesa europea, è stato considerato uno dei più avanzati progettati dalla Russia. La tempestiva collaborazione tra le intelligence ha però impedito che la minaccia si concretizzasse. In ogni caso, questo tentato omicidio evidenzia il grado di rischio che la Russia è disposta ad affrontare per indebolire i suoi nemici, non solo sul campo di battaglia ma anche attraverso operazioni segrete e coperte.
Nonostante le difficoltà sul campo di battaglia in Ucraina, Putin non sembra intenzionato a cambiare rotta. Kahl ha chiarito che la Russia è ancora in grado di sostenere una guerra prolungata grazie all’arruolamento di nuovi soldati e alle riserve di equipaggiamento e munizioni. Tuttavia, Kahl ha anche evidenziato alcune vulnerabilità nell’esercito russo, in particolare riguardo alle sue prestazioni operative.
Il capo dell’intelligence tedesca ha ribadito che il vero pericolo non è solo legato all’Ucraina, ma alla visione di Putin di un “nuovo ordine mondiale” in cui la Russia si pone come potenza dominante in Europa. Se l’Occidente non sosterrà l’Ucraina in maniera coordinata e continua, il Cremlino potrebbe avere la meglio nella sua strategia a lungo termine.
Oltre alla minaccia russa, Kahl ha messo in guardia la Germania riguardo alla crescente dipendenza economica dalla Cina, esortando il Paese a ridurre i legami commerciali con Pechino. Tuttavia, ha avvertito che questo processo non potrà avvenire “dall’oggi al domani”, poiché un distacco troppo rapido danneggerebbe gravemente le imprese tedesche. Il suo invito, quindi, è quello di procedere con prudenza, bilanciando la necessità di diversificare le partnership economiche con l’importanza di mantenere relazioni stabili con la Cina.
Le dichiarazioni di Bruno Kahl e degli altri esponenti dell’intelligence tedesca tracciano un quadro inquietante per il futuro della sicurezza europea. Con una Russia sempre più aggressiva, pronta a testare i limiti dell’Occidente e una crescente attività spionistica e di sabotaggio, l’Europa si trova di fronte a una minaccia senza precedenti. Se non vi saranno misure preventive adeguate, il rischio di un conflitto con la Russia potrebbe trasformarsi in realtà entro il 2030. In questo contesto, l’unità dell’Occidente e il continuo supporto all’Ucraina saranno cruciali per mantenere la stabilità e la pace nel continente europeo.