Agrigento: tombini asfaltati e opere raffazzonate
Il 15 gennaio, il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, aveva destinato 510mila euro per sistemare le strade di Agrigento. I lavori sono stati completati in fretta, con una copertura a tappeto lungo il percorso che avrebbe attraversato l’auto presidenziale. Tuttavia, secondo gli addetti, sarebbero serviti almeno venti giorni per rialzare correttamente le botole. Nonostante l’intervento d’urgenza, i tombini non sono stati nemmeno segnalati con vernice per facilitarne il recupero successivo.
Tombini: comune di Agrigento VS Regione
La questione ha innescato un acceso dibattito tra comune e regione. Il comune di Agrigento, sulla questione tombini, si difende affermando di aver solo richiesto i finanziamenti e di non conoscere né l’impresa responsabile dei lavori né il direttore dei lavori. Secondo l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Gerlando Principato, la responsabilità sarebbe del Genio civile regionale, che ha affidato i lavori a un’impresa già sotto contratto per interventi di manutenzione straordinaria.
Fretta, disorganizzazione e spreco di risorse
Questa vicenda rappresenta un esempio lampante di come in Italia si tenda a privilegiare la velocità rispetto alla qualità. La mancanza di pianificazione e coordinamento ha portato a lavori superficiali, che ora richiedono ulteriori interventi, aumentando i costi e il tempo necessario per completare il progetto.
Un problema ricorrente
La storia di Agrigento non è un caso isolato. È emblematico di un approccio inefficace alla gestione delle opere pubbliche, dove errori evitabili e il rimpallo di responsabilità tra enti compromettono il risultato finale. Una lezione che dovrebbe spingere le istituzioni a migliorare i processi e a investire in una maggiore professionalità, per evitare che il passato si ripeta.