Agrigento e l’asfalto sui tombini: fretta e inefficienza, il caos delle strade

Per i lavori d'urgenza ad Agrigento, in vista della visita del Presidente Mattarella, i tombini sono stati asfaltati e ora si cercano con i metal detector. Una storia di disorganizzazione e sprechi.

Agrigento tombini
Ad Agrigento, i lavori stradali d’urgenza per la visita del Presidente Sergio Mattarella hanno portato a un esito paradossale: tombini e griglie di scolo asfaltati. L’intervento, realizzato frettolosamente per preparare la città all’inaugurazione del suo anno da Capitale Italiana della Cultura, ha causato non pochi disagi. Ora gli operai sono costretti a cercare i tombini nascosti sotto l’asfalto utilizzando metal detector.
Per l’evento come Capitale Italiana della Cultura, la città siciliana regala un anno ricco di eventi culturali per promuovere il patrimonio storico e paesaggistico di questo magnifico territorio. Tuttavia, la città non era pronta a ospitare un evento di tale importanza. I lavori, effettuati all’ultimo minuto, hanno portato all’asfaltatura di tombini e griglie di scolo, complicando ulteriormente la situazione.

Agrigento: tombini asfaltati e opere raffazzonate

Il 15 gennaio, il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, aveva destinato 510mila euro per sistemare le strade di Agrigento. I lavori sono stati completati in fretta, con una copertura a tappeto lungo il percorso che avrebbe attraversato l’auto presidenziale. Tuttavia, secondo gli addetti, sarebbero serviti almeno venti giorni per rialzare correttamente le botole. Nonostante l’intervento d’urgenza, i tombini non sono stati nemmeno segnalati con vernice per facilitarne il recupero successivo.

Tombini: comune di Agrigento VS Regione

La questione ha innescato un acceso dibattito tra comune e regione. Il comune di Agrigento, sulla questione tombini, si difende affermando di aver solo richiesto i finanziamenti e di non conoscere né l’impresa responsabile dei lavori né il direttore dei lavori. Secondo l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Gerlando Principato, la responsabilità sarebbe del Genio civile regionale, che ha affidato i lavori a un’impresa già sotto contratto per interventi di manutenzione straordinaria.

Fretta, disorganizzazione e spreco di risorse

Questa vicenda rappresenta un esempio lampante di come in Italia si tenda a privilegiare la velocità rispetto alla qualità. La mancanza di pianificazione e coordinamento ha portato a lavori superficiali, che ora richiedono ulteriori interventi, aumentando i costi e il tempo necessario per completare il progetto.

Un problema ricorrente

La storia di Agrigento non è un caso isolato. È emblematico di un approccio inefficace alla gestione delle opere pubbliche, dove errori evitabili e il rimpallo di responsabilità tra enti compromettono il risultato finale. Una lezione che dovrebbe spingere le istituzioni a migliorare i processi e a investire in una maggiore professionalità, per evitare che il passato si ripeta.