Accordo vicino su ostaggi e cessate il fuoco

Gli attuali negoziatori, guidati dagli Stati Uniti, sembrano essere prossimi ad un accordo che prevede la sospensione degli attacchi da parte di Israele contro Gaza per un periodo di circa due mesi, in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi attualmente detenuti da Hamas. Secondo quanto riportato dal quotidiano New York Times, l’accordo potrebbe essere ufficializzato entro le prossime due settimane.

Un progetto di accordo è stato formalizzato per il progressivo rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas in cambio di una temporanea sospensione delle operazioni militari israeliane, presumibilmente per una durata di circa due mesi. Secondo quanto riportato dal New York Times, il testo dell’accordo è vicino alla finalizzazione e sarà al centro dei negoziati che si terranno a Parigi. I negoziatori hanno redatto una bozza scritta che riflette un compromesso tra le proposte di Israele e Hamas avanzate nell’arco degli ultimi 10 giorni. Pur persistendo alcune questioni controverse, i negoziatori esprimono un cauto ottimismo sul raggiungimento di un accordo finale. Funzionari statunitensi, che preferiscono mantenere l’anonimato, riferiscono queste informazioni.

Sebbene l’accordo non contempli un cessate il fuoco permanente richiesto da Hamas in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi, fonti anonime suggeriscono che se Israele accettasse un cessate il fuoco di due mesi, ciò potrebbe fornire una finestra temporale utile per ulteriori sforzi diplomatici. La bozza prevede una prima fase con un cessate il fuoco di 30 giorni, durante il quale Hamas rilascerebbe inizialmente donne, anziani e feriti.

Nel frattempo, le parti dovrebbero concordare una seconda tregua, anch’essa della durata di 30 giorni, per permettere il rilascio degli uomini e dei militari israeliani. La bozza contempla inoltre un potenziamento dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile nella Striscia di Gaza. Le parti sono ancora impegnate nella definizione del numero di palestinesi attualmente detenuti nelle prigioni israeliane che saranno