Il leader dell’opposizione sudcoreana, Lee Jae-myung, è stato attaccato durante una visita a Busan, città portuale nel sud del paese. Lee è stato colpito da un coltello sul lato sinistro del collo da un individuo non identificato durante la sua visita a un cantiere aeroportuale, dove era circondato dai giornalisti. L’aggressore si è avvicinato simulando di essere un suo sostenitore e è stato immediatamente fermato e arrestato sul posto. Secondo i media locali, si tratta di un uomo di età compresa tra i 50 e i 60 anni che indossava una corona di carta con il nome di Lee.
Le immagini delle televisioni sudcoreane hanno catturato il momento dell’attacco, mostrando Lee cadere a terra e successivamente sdraiato con gli occhi chiusi, mentre le persone attorno cercavano di fermare il sanguinamento con un fazzoletto. Lee è stato trasferito in ospedale 20 minuti dopo l’aggressione e successivamente trasportato a Seul in elicottero per un intervento chirurgico. Le fonti mediche indicano che la sua vita non è in pericolo.
Lee, che ha perso per poco le elezioni presidenziali del 2022 contro l’attuale presidente Yoon Suk Yeol, è un politico liberale e ex governatore provinciale. I suoi sostenitori lo ritengono un eroe anti-establishment, impegnato a combattere la corruzione e affrontare la crescente disuguaglianza economica. Tuttavia, i critici lo dipingono come un pericoloso populista che tende a demonizzare i conservatori. La sua carriera politica è stata segnata da scandali e processi per corruzione quando era sindaco di Seongnam.
Il Partito Democratico di Lee affronterà il partito di Yoon nelle imminenti elezioni parlamentari di aprile. Non è la prima volta che la politica sudcoreana è segnata da episodi di violenza, con attacchi precedenti a leader politici, come l’aggressione al predecessore di Lee, Song Young-gil, e al diplomatico americano Mark Lippert nel 2015.