L’accattonaggio con animali al seguito non è sempre un gesto d’affetto. Si tratta di un sincero legame affettivo, un reciproco sostegno tra essere umano e animale, oppure di un sottile sfruttamento mirato a suscitare compassione e raccogliere denaro?
Il lato oscuro dell’accattonaggio con animali
Ogni giorno passeggiando per le strade delle nostre città ci imbattiamo in mendicanti in compagnia di animali, perlopiù cani. È opportuno fare subito una premessa per chiarire la complessità di questo fenomeno che porta con sé differenze di condizioni e di obiettivi; ci sono coloro che per diverse motivazioni, povertà, mancanza di rete sociale, perdita del lavoro, sono finiti in strada con il loro amico a quattro zampe; l’animale in questi casi rappresenta la famiglia, il compagno di vita, un amico insostituibile, probabilmente l’unico.
I cani di questi sfortunati individui sono curati, vivaci e partecipi. Ho avuto occasione di parlare con qualcuno di loro e mi hanno raccontato anche di aver salvato cani appartenenti all’altra categoria di mendicanti con animali, quelli che li sfruttano senza ritegno per fare denaro. Ecco in questo caso gli animali sono immobili, letargici, forse a causa di sostanze che gli vengono somministrate. In tutto questo il questuante rimane lo stesso, ma cambia il cane, c’è una sorta di turnazione soggetta evidentemente a delle regole di mercato. Il cane di piccole dimensioni o cucciolo suscita maggiormente l’empatia delle persone che intenerite sono più propense a lasciare una moneta.
Ma elargire soldi a questi “signori” senza scrupoli, che lasciano ore e ore il cane al freddo o al caldo in condizioni pietose, contribuisce ad arricchire un sistema di smercio e traffico di animali proveniente perlopiù dall’est Europa e sostiene il racket che coinvolge altre attività illecite come il furto di animali destinati a questa pratica, un affare criminoso da fermare senza se e senza ma.
La vecchia legge e le nuove deboli regole
L’elemosina (o accattonaggio) con gli animali, dunque, rappresenta nella stragrande maggioranza dei casi un business, un reato compiuto e perpetrato per fare soldi. L’accattonaggio in generale non è più riconosciuto come reato dal nostro Codice Penale, è stato abrogato con la legge, la n. 205 del 25 giugno 1999 (art. 18) e quindi chi mendica con gli animali può essere condannato, ma accade raramente, per il reato di maltrattamento di animali a norma dell’articolo 544-ter c.p. che sanziona con la reclusione da tre a diciotto mesi (o con la multa da cinquemila a trentamila euro).
Evidentemente non è sufficiente. L’altro tema importante è che non si è sempre in grado di accertare i maltrattamenti, lo spazio di interpretazione delle norme è troppo ampio cosi’ come la mancanza di organico che impedisce di seguire sistematicamente questa problematica. È necessaria, quindi, una legge nazionale che vieti di accattonare con gli animali, di qualsiasi età e in qualsiasi condizione.
Riconoscere le situazioni
È chiaro quindi che il reato da perseguire è lo sfruttamento degli animali punendo seriamente chi lo attua; è essenziale, all’interno di questo quadro, lasciare fuori da questa dinamica sanzionatoria chi , suo malgrado, è costretto a subire questa situazione di marginalità per le ragioni che abbiamo elencato. Questa differenza di condizioni rappresenta la vera difficolta’ nella risoluzione di questo problema. Cosa fare dunque con gli strumenti normativi attuali?
Intanto si dovrebbe consentire agli animali l’accesso a tutti i rifugi per dare la possibilità a chi ne ha veramente bisogno di non dormire in strada. Bisognerebbe fare più controlli, verificare le reali condizioni dei cani, controllare bene i documenti che spesso sono in lingua straniera, per esempio in rumeno, dato che dovrebbe far sorgere i primi sospetti.
Chi fa le verifiche deve conoscere a fondo il problema e tutti quegli elementi per la corretta identificazione delle diverse situazioni. Controlli a campione effettuati in maniera saltuaria o solo su segnalazione non sono sufficienti e molti animali continuano a dover subire abusi e maltrattamenti.