Per oltre tre anni, il sacerdote ha costretto un giovane chierichetto a subire abusi sessuali in cambio di ricariche Postepay, abbigliamento di marca, cene di lusso e console per videogiochi. Secondo gli investigatori, ha inoltre tentato di baciare due adolescenti, offrendo loro una popolare sigaretta elettronica. Ieri mattina, i carabinieri del nucleo operativo di Genova Centro hanno arrestato il sacerdote, molto attivo nel campo dell’educazione giovanile. Si tratta di padre Andrea Melis, sessantenne di Cagliari, residente da anni in Liguria. Melis, parte dell’Ordine dei Padri Scolopi, era direttore di una scuola elementare e della Fondazione Assarotti a Genova, presidente della Fidae Liguria e parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure.
Gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare per gravi reati quali violenza sessuale su minorenni, prostituzione minorile e tentata violenza aggravata. La misura è stata adottata per il primo reato, legato agli abusi su un dodicenne. Le altre accuse sono in attesa di ulteriori sviluppi investigativi. Come ricorda La Stampa il caso richiama alla memoria quello di don Riccardo Seppia, coinvolto in un analogo scandalo nel 2011. Melis, difeso dagli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino, è stato oggetto di una perquisizione domiciliare, durante la quale sono stati trovati materiali inappropriati per un sacerdote, compresi farmaci per la stimolazione sessuale e sigarette elettroniche. La Curia ha sospeso immediatamente Melis, trasferendolo in una comunità a Genova, vietandogli di officiare la messa. Il sacerdote avrebbe abusato del giovane a partire dall’estate del 2021, quando quest’ultimo non aveva ancora compiuto 14 anni. Gli abusi sono proseguiti fino alla primavera del 2024.
Oggi il giovane, sedicenne, ha confermato le accuse durante un interrogatorio. La famiglia del ragazzo ha denunciato i fatti dopo aver notato regali incompatibili con il suo stile di vita. I carabinieri hanno trovato una Postepay Evolution con ricariche per oltre 4 mila euro. Gli avvocati del sacerdote hanno dichiarato che l’Ordine ha agito prontamente, sospendendo Melis da ogni incarico e trasferendolo in una comunità dove non può svolgere attività pastorali né amministrare sacramenti. Hanno inoltre sottolineato che i fatti non hanno alcun legame con la scuola dove operava e che la vittima non aveva contatti con quell’ambiente. Il protocollo previsto dal diritto canonico e dall’Ordine degli Scolopi è stato rigorosamente applicato.
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