Dopo il notevole successo ottenuto con l’esecuzione dei quartetti di Schönberg, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma (IUC) ha proposto un’altra serata di carattere monografico. Absolute Bach, programmata per il 26 marzo e dedicata a quattro delle sei sonate per violino e cembalo di Bach. Interpreti due nostri solisti di rilievo: Ottavio Dantone e Alessandro Tampieri. Caloroso successo di pubblico.
Bach e le Sonate per violino e clavicembalo.
All’interno dello sterminato catalogo bachiano le Sei Sonate per violino e clavicembalo ricoprono una importanza particolare per quanto riguarda lo stile di composizione. L’approfondimento di questo aspetto si può considerare la base sulla quale è stato costruito l’intero programma del concerto presentato dalla IUC.
Le Sei Sonate per violino e cembalo fanno parte di una raccolta di opere musicali dalla straordinaria valenza musicale. “Suonate a cembalo concertato e violino solo, col basso per viola da gamba accompagnata se piace”, questo è il titolo preciso. Ma cosa ci fa capire? Innanzitutto il cembalo è citato prima dello strumento melodico che è il violino. Ciò contraddice la prassi dell’epoca e regala allo strumento a tastiera il ruolo di concertante oltre che di mero accompagnamento. Inoltre, il titolo ci dice anche il basso può essere rinforzato con l’utilizzo di una viola da gamba raggiungendo ‘spessore’ sonoro all’ascolto.
Detto con più semplicità, questi elementi donano alle Sonate la caratteristica di sonate a tre. Infatti nella parte cembalistica la mano destra si intreccia con il violino per dare alla parte melodica importanza fondamentale mentre la mano sinistra ne arricchisce l’elemento puramente contrappuntistico.
Bach e le Sonate per violino e clavicembalo. La scelta del programma
Questo gruppo di sei sonate ha la caratteristica di costituire una sorta di monolite, soprattutto le prime cinque, che seguono il modello della sonata da chiesa in quattro movimenti (Adagio – Allegro – Adagio – Allegro). Solo la sesta fa accezione in quanto presenta un Allegro centrale affidato al cembalo solista che dona a tutto il brano un innegabile elemento di varietà
Nella serata sono state eseguite quattro sonate appartenenti a questo gruppo: la n. 1 in si minore BWV 1014, la n. 2 in la maggiore BWV 1015, la n. 4 in do minore BWV 1017 e, a conclusione, la già citata n. 6 in sol maggiore BWV 1019. Per rafforzare la parte squisitamente virtuosistica sono state inserite due monumentali composizioni in quanto ad impegno per lo strumentista virtuoso. Si tratta della splendida Ciaccona in re minore per violino solo senza basso dalla Partita n. 2 BWV 1004 e della Fantasia cromatica e Fuga in re minore per clavicembalo BWV 903, meravigliosa struttura di carattere contrappuntistico. Tali capolavori inseriti, rispettivamente, a metà delle prima e della seconda parte hanno rafforzato lo stretto rapporto esistente con le altre sonate in programma soprattutto nel carattere ‘concertante’.
Absolute Bach. Gli interpreti
La serata ha confermato alla grande la vocazione ‘monografica’ impressa ai programmi dagli organizzatori della IUC che ha trovato nel direttore artistico Giovanni D’Alò un appassionato continuatore che ha arricchito questo aspetto. Elemento dimostrato dall’intero programma della IUC all’interno del quale il carattere ‘monografico’ appare con una certa frequenza. Per rafforzare queste prerogative è indispensabile scegliere interpreti di primo piano. Sono stati chiamati, quindi, due solisti di grande spessore soprattutto per la musica del periodo barocco. Si tratta del violinista Alessandro Tampieri in possesso di una grande esperienza non solo come violinista ma anche come violista e liutista. Dotato di una ottima tecnica è riuscito a dare al concerto la giusta impronta strumentale. Al suo fianco un’altra personalità musicale di spicco, il clavicembalista Ottavio Dantone in possesso di una militanza ‘completa’ nel Barocco in Musica. Interprete sempre molto applaudito non solo come solista ma anche nelle sue frequenti prove come direttore d’orchestra che lo ha portato ad essere anche punto di riferimento nel teatro barocco.
L’esecuzione che è cresciuta di intensità con il procedere del programma, ha mostrato una notevole intesa tra i due virtuosi che ha entusiasmato il pubblico convenuto il 26 marzo scorso presso l’Aula Magna della Sapienza. Dopo le numerose richieste di bis i due musicisti ci hanno offerto una ulteriore prova della loro bravura con il Grave tratto dalla Sonata in mi minore K81 di Domenico Scarlatti. Un suggello ideale per una serata di grande fascino musicale.