E’ di questi giorni la notizia secondo cui il fondo americano Oaktree avrebbe offerto circa un miliardo di euro per creare e distribuire il canale televisivo della Lega Serie A, come parte di un accordo pluriennale
Come interpretare questa offerta alla luce del fatto che questo fondo, per le note vicende concernenti l’ormai famoso prestito concesso a Suning nel maggio 2021, potrebbe diventare il prossimo proprietario dell’Inter?
Di certo è innegabile che, con tale mossa, Oaktree ha dimostrato un serio e concreto interesse verso la serie A, ritenendo, evidentemente, che la stessa possa avere importanti margini di crescita, tali quindi da giustificare questa corposa offerta per i diritti televisivi.
Se poi questo interesse per il massimo campionato italiano possa legittimare l’idea di un altrettanto concreto interesse del fondo in questione nell’ottica dell’acquisizione della proprietà del club nerazzurro (che della serie A fa parte integrante) ciò sembra, in verità, un tantino azzardato perché un conto è gestire dei diritti televisivi, altro conto è gestire un club.
A nostro avviso, l’interesse di Oaktree a diventare padrone del club nerazzurro sussiste, ma esso va ricercato soprattutto altrove.
Prima di soffermarci su tale questione, è bene però sottolineare che, laddove la Lega della Serie A accettasse la suddetta offerta ed al contempo il fondo statunitense divenisse proprietario dell’Inter, lo stesso potrebbe comunque rivestire congiuntamente questi due ruoli, atteso che, sul piano giuridico, non vi sarebbero ostacoli di sorta.
Ed infatti, non sussisterebbe alcun conflitto d’interessi visto che tutti i club riceverebbero un sicuro vantaggio dagli introiti garantiti dall’offerta del fondo.
In altre parole, Oaktree, pur se diventasse proprietario del club di Viale della Liberazione, non si farebbe portatore, all’interno della Lega, di un interesse con essa contrastante, ma, al contrario, ne asseconderebbe le aspettative economiche, in linea con le direttive all’uopo prefissate dalla Lega stessa.
Fatta tale precisazione, se, come accennato, l’interesse per i diritti televisivi non può legittimare “tout court” l’idea di un paritetico interesse di Oaktree ad acquisire la proprietà del club nerazzurro, vi sono però altre motivazioni che ci inducono a ritenere che in effetti questo interesse sia comunque concreto.
Come sempre, nell’analisi di questa ipotesi ci affideremo ai dati oggettivi a nostra disposizione.
Il primo dato fattuale è che il fondo statunitense, allorquando erogò il prestito di 275 milioni di euro a Suning sapeva benissimo che il gruppo di Nanchino stava attraversando un momento di grave crisi economica (che per l’appunto lo spinse a cercare un prestito) così come era a conoscenza che il Governo di Pechino aveva già imposto alle aziende cinesi il divieto di esportare capitali fuori dalla madre patria ed altresì di effettuare investimenti in settori (come il calcio) ritenuti non più strategici.
Ciò significa che Oaktree era certamente consapevole che Suning, allo scadere dei tre anni di finanziamento, non le avrebbe quasi sicuramente potuto rifondere la cospicua somma di 400 milioni di euro (a tanto ammonta, all’incirca, l’importo – maggiorato degli interessi – che il gruppo cinese dovrebbe rifondere al fondo americano entro il 20 maggio 2024).
Non par dubbio, quindi, che il fondo in questione debba aver seriamente messo in conto, già all’atto della concessione del prestito, la possibilità di poter diventare proprietario del club nerazzurro mediante l’escussione del pegno concessole da Suning sulle azioni della “Benamata” a garanzia del rimborso.
Altro dato fattuale da tenere in considerazione in questa prospettiva è quello che vede, nel marzo dello scorso anno, Alejandro Cano, managing director di Oaktree, aver lasciato aperta la porta a tale possibilità.
Lo stesso, infatti, nel dichiarare che diventare proprietario del club nerazzurro non fosse, in verità, l’obiettivo che si era prefissato il fondo americano, ha tuttavia precisato che ciò non avrebbe potuto comunque escludersi, aggiungendo che l’operazione fatta con l’Inter è stata per loro interessante perchè il calcio “è uno sport mondiale, ottimo a lungo termine e con potenziale di crescita” (per leggere l’interessante intervista a Cano clicca sul seguente link Inter, Oaktree: ‘Noi proprietari del club? Non è nei nostri piani, ma chi lo sa’ | Sky Sport ).
Sempre in tale ottica, va altresì evidenziato che Oaktree risulta essere già proprietaria, dal 2020, di una squadra di calcio e precisamente del “Caen”, club che milita nella seconda divisione del campionato francese. Inoltre, Steven Kaplan, uno dei suoi co-fondatori, è co-proprietario dello Swansea (squadra della seconda divisione del campionato inglese).
Tirando le somme, non si può quindi negare che Oaktree abbia già una certa dimestichezza con il mondo del calcio.
Con tutto questo non intendiamo sostenere che il fondo statunitense diventerà sicuramente il nuovo proprietario dell’Inter, ma soltanto che non si può negare come una tale ipotesi risulti certamente plausibile.
D’altronde, come abbiamo già avuto modo di evidenziare, sembra davvero difficile che il fondo americano possa concedere a Suning la possibilità di rifinanziare il prestito (che, al di là dei “desiderata” della famiglia Zhang, dipende dalla volontà di Oaktree).
Ciò in quanto una simile operazione non porterebbe al fondo californiano alcun reale beneficio economico, vista l’impossibilità del gruppo cinese di rifondere l’importo oggetto del nuovo prestito, che, peraltro, sarebbe ancor più elevato del precedente (per un approfondimento sul punto leggi Calcio: Chi acquisterà l’Inter? Cosa potrebbe accadere – Voce News ed anche Inter: vendita o rifinanziamento? Quello che i giornali non dicono. – Voce News).
Non sembrano poter bastare, in tal senso, i paventati buoni ed antichi rapporti tra Suning ed Oaktree, i quali, semmai, potrebbero, a nostro avviso, condurre ad un’accelerazione del passaggio della “Beneamata” nelle mani del fondo americano, il quale avrebbe così la possibilità di programmare il futuro del club anche con riguardo al nodo “stadio”, per la cui fattibilità è necessaria la presenza di una proprietà in grado di fornire adeguate garanzie sul piano economico-finanziario (per un approfondimento su questo punto leggi Inter: stadio a Rozzano, Zhang cede il club entro fine anno? – Voce News).
In definitiva, non appare così fantascientifico pensare che il fondo a stelle e strisce possa rilevare il club nerazzurro, considerando, sempre in tal senso, che il processo di risanamento dei conti della squadra meneghina (già in atto), renderà sempre più appetibile il club nell’ottica di una sua futura vendita.
Ed infatti, Oaktree, emulando il percorso seguito dal fondo Elliott col Milan, potrebbe tenersi la società milanese per qualche anno in modo da risanarne i conti per poi venderla ad una cifra addirittura più elevata rispetto a quella che Zhang parrebbe richiedere allo stato attuale (1,3 miliardi di euro).
Se questo è uno scenario certamente plausibile, non è però da scartare l’ipotesi, già formulata dal Dott. Carlo Festa (autorevole giornalista del Sole24Ore) che il fondo californiano possa già avere un compratore a cui cedere immediatamente l’Inter dopo che ne sarà diventata proprietaria (clicca qui per leggere le interessanti dichiarazioni in proposito del Dott. Festa: Inter, Carlo Festa: ‘Oaktree ha più di un compratore, situazione complessa per Zhang’ (blastingnews.com).
D’altronde, sul fronte vendita, più il tempo passa più si riducono le possibilità per Zhang di alienare il club nerazzurro alla cifra da egli fissata (come detto, 1,3 miliardi di euro) proprio per il fatto che l’eventuale acquirente, a questo punto, potrebbe comprensibilmente decidere di acquistare la società meneghina direttamente da Oaktree, spuntando un prezzo decisamente più basso.
Tale considerazione ci induce a ritenere come difficilmente attendibili le recenti voci (rilanciate da Tuttosport e da un giornalista qatariota, ma non confermate, se non addirittura smentite, da altre più autorevoli testate) che vorrebbero un fondo arabo in predicato di acquistare l’Inter (si è parlato soprattutto di “Investcorp”).
Ed infatti, che senso avrebbe, per questo ipotetico fondo, acquistare adesso (o addirittura nei primi mesi del 2024) il club milanese da Suning, sborsando, in tal modo, una cifra chiaramente maggiore rispetto a quella che pagherebbe acquistando poco tempo dopo direttamente da Oaktree?
Oltretutto, in caso di vendita da parte di Zhang, bisogna tenere in considerazione un’altra importante variabile, ovvero che il fondo americano è in tale ipotesi facoltizzato a pretendere la restituzione immediata del capitale prestato a Suning e degli interessi fino a quale punto maturati, rendendo in tal modo più difficoltoso l’accordo tra il gruppo cinese e l’eventuale acquirente (che dovrebbe sborsare subito e per intero l’importo da rifondere ad Oaktree).
In conclusione, solo il tempo ci dirà come finirà questa storia, ma il dato certo è che chiunque voglia essere proprietario dell’Inter (Suning inclusa) dovrà fare necessariamente i conti con Oaktree, da cui sostanzialmente tutto (o quasi) ormai dipende.
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