In un hotel delle alpi svizzere va in scena l’ennesima notte di capodanno. Il Palace è una struttura risalente ai primi del novecento e la serata sarà vecchia scuola. Purtroppo è l’ultimo giorno del millennio e le buone maniere hanno lasciato il passo alle più grandi e creative cafonate. Gruppi di arricchiti e di passeggiatrici si alternano a star in declino e qualche special guest poco speciale. Su tutti Hansueli il direttore, il cui compito è di genio obbligato a soddisfare desideri facilmente intuibili. Questa eterogeneità d’individui poco si distanzia dalle feste swing anni 20. Dai timori per una fine del mondo, fosse solo per il millenium bag, alle manifestazioni di ricchezza dimostreranno tutta la loro creatività.
The Palace è un film del 2023 diretto da Roman Polanski. Il maestro torna alle origini con una commedia grottesca che ricorda i suoi lavori più nascosti. Attraverso un soggetto azzeccato e una sceneggiatura degna del miglior intrattenimento popolare, il regista si diverte a raccontare una notte identica e per questo diversa dove ironia e tristezza si confondono. Quasi un film verità Palace racconta la fine del secolo scorso attraverso uno stile teatrale e una carrellata di personaggi degni della Christie .
Qui non c’è il giallo e c’è poco Polanski ma la sua presenza occulta invita a osservare lo spettatore. L’occhio del regista guida in tutte le dinamiche della fine di una decade, i novanta, che è stata l’ultimo cameo di un mondo. Volutamente simile a un cinepanettone riesce a inquadrare perfettamente le anime di un tempo e un luogo attraverso esagerazioni, soldi e avvenenza. Un lavoro con echi neorealistici per il regista di Frantic che scimmiotta titoli come Che o Per favore e lo fa con uno dei suo talenti più grandi , l’onesta.
Che piacciano o no i personaggi in scena esistono e Polanski ce li fa vedere come sono senza alcun codice imposto. Il film è l’evocazione di un momento vissuto senza massimi, un luogo top che chiunque avrebbe voluto testimoniare per scoprirne la pochezza ma fingere divertimento. Cinema di assoluto rispetto per un novantenne che non ha nulla da dimostrare