E’ drammatico il bilancio nel nord-est della Libia a causa del ciclone Daniel che si abbattuto sulla regione lo scorso 10 settembre; Almeno 3.000 persone hanno perso la vita e oltre 7.000 potrebbero essere disperse. Le precipitazioni hanno superato i 400 millilitri all’ora, una cifra mai registrata negli ultimi quattro decenni secondo il Centro meteorologico nazionale.
Come riferisce l’agenzia AGI a Derna sono crollate due dighe liberando 33 milioni di metri cubi d’acqua, scrive il Libya Observer. Il crollo delle aree residenziali e il crollo di edifici e infrastrutture pubbliche e private ha provocato la chiusura delle vie di comunicazione terrestri. Chiuse scuole, negozi e campi petroliferi
La Banca centrale libica ha annunciato la creazione di un comitato di crisi per coprire le esigenze di liquidità del governo orientale, delle banche commerciali e dei cittadini delle aree colpite. Da parte sua, l’esecutivo parallelo, sostenuto dal parlamento e con sede a Bengasi, ha chiuso tutte le istituzioni pubbliche e le scuole – ad eccezione delle forze di sicurezza, del personale medico e dei professionisti essenziali – nella regione della Cirenaica che la sua amministrazione controlla.
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