Venezia a pagamento: una misura inevitabile?

L’avvio nella città lagunare della sperimentazione del “contributo di accesso” pone all’attenzione un problema comune a molte città d’arte

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Come ormai noto, la Giunta comunale di Venezia ha dato il via libera all’emendamento che istituisce il “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città antica del Comune e alle altre Isole minori della Laguna”. In soldoni, e per ora per un periodo sperimentale di 30 giornate, i turisti giornalieri che vorranno visitare la città lagunare dovranno pagare un biglietto d’ingresso.

I termini del provvedimento adottato

La sperimentazione partirà dal 2024 e si concentrerà inizialmente nei ponti primaverili e nei weekend estivi. L’importo è per ora stato fissato a 5 euro e il relativo biglietto andrà prenotato su un’apposita piattaforma. Saranno esentati dal provvedimento tutti gli under 14 e le specifiche categorie previste dalla delibera della giunta, tra le quali rientrano di diritto i residenti del Comune di Venezia, i lavoratori e gli studenti le cui sedi si trovino nella Città antica o nelle Isole minori.

Un sasso lanciato… nella Laguna e oltre

Il provvedimento intende fare da avanguardia per iniziare a trattare un problema che si trovano a vivere molte città d’arte situate in tutto il mondo, nelle quali i residenti sono sempre più spesso “scacciati” dai centri storici e scoraggiati a risiedere in città, una città sempre più orientata ad agevolare il soggiorno dei turisti ma anche a perdere la propria identità e la propria anima. Come dice l’assessore al Turismo del Capoluogo veneto, Simone Venturini, si tratta di “trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città”.

“Per questo” prosegue Venturini “in determinati periodi e in alcune giornate, si rende necessaria una gestione dei flussi innovativa, in grado di porre un freno al turismo giornaliero. Da oggi inizia un percorso che intraprendiamo con umiltà, consapevoli che ci saranno problemi da risolvere e ostacoli da superare. Nessuno ci ha indicato la strada prima, la stiamo tracciando noi nella convinzione che la gestione del turismo è una priorità per il futuro della nostra città”.

Una misura accolta generalmente in modo positivo

Sostanzialmente favorevole l’orientamento delle opinioni raccolte in città sul provvedimento annunciato: parere positivo sicuramente prevalente nei residenti, anche se non mancano i giudizi contrari, anche autorevoli, come quello di Arrigo Cipriani, proprietario dello storico Harry’s Bar, secondo il quale è “Una vessazione far pagare ai turisti 5 euro l’ingresso a Venezia” e meglio sarebbe “una tassa da applicare alle transazioni commerciali in città”.

Quale che sia il giudizio che ne darà la storia, sia quella della pluricentenaria Venezia sia quella del resto del mondo, per avere le idee più chiare bisognerà comunque attendere l’esito della sperimentazione e quindi l’arrivo del 2024.

Foto di Neil Morrell da Pixabay