Il presidente dell’Honduras Xiomara Castro ha in programma di costruire l’unica colonia carceraria insulare dell’emisfero occidentale che ospiterà 2.000 capi delle più temute bande criminali. La decisione di costruire una prigione nell’arcipelago delle Isole del Cigno (Islas del Cisne), situato a 155 miglia al largo della costa dell’Honduras, arriva in risposta a un massacro tra membri delle bande rivali Barrio 18 e Mara Salvatrucha (anche conosciuta come MS-13) all’interno di una prigione vicino alla capitale dell’Honduras lo scorso giugno in cui 46 donne sono state uccise. Molti dei corpi delle vittime sono finiti carbonizzati.
In questo modo, seguendo l’esempio del suo vicino El Salvador, che è coinvolto in una frenetica repressione dell’attività delle bande e che di conseguenza ha costruito la più grande prigione delle Americhe che ospita 40.000 detenuti, Xiomara Castro mantiene la sua promessa di affrontare la criminalità organizzata con la costruzione di un centro penitenziario che isoli totalmente i detenuti dall’esterno e ne impedisca la fuga. L’idea è che perdano il contatto con tutto, il contatto con l’intera società e che paghino veramente per i loro crimini. L’unica forma di comunicazione con le Islas del Cisne è via satellite. Anche la fuga sarebbe complicata visto che, dalla terraferma, ci vuole quasi una giornata per raggiungere l’arcipelago in barca.
La soluzione contro le bande criminali latine nell’Honduras?
Anche in passato le prigioni costruite sulle isole erano comuni in America Latina. In effetti, le rivolte mortali, le cattive condizioni e le fughe hanno alimentato l’immaginazione di registi e scrittori prima che l’ultima prigione del genere chiudesse in Messico nel 2019. Basta pensare al mitico film Papillon…
Ma non tutti sono fiduciosi nel risultato. Tra i detrattori di questo progetto c’è l’esperto di America Latina del think tank italiano Istituto Affari Internazionali Tiziano Breda che ha affermato che “un nuovo carcere non serve a niente se prima non si riprende il controllo di quelli esistenti. Nel corso della loro storia le bande hanno dimostrato di sapersi adattare”.
Da parte loro, i biologi della regione temono che la costruzione della prigione distrugga gli ecosistemi ad alta biodiversità dell’isola proprio in un momento in cui i Caraibi sono già devastati dagli effetti del cambiamento climatico.
José Jorge Fortín, capo delle Forze Armate honduregne, in un’intervista all’Associated Press, ha dichiarato che non si conosce ancora il costo del progetto né quando si prevede di completarlo, ma che il presidente Castro ha ordinato che venga realizzato il prima possibile.