In A Quiet Place 2 Tornano al cinema le vicende della famiglia Abbot e della sua lotta per la sopravvivenza. Dopo un’invasione aliena i sopravvissuti provano a difendersi dai nuovi dominatori del mondo incredibilmente sensibili al rumore. Se nel primo capitolo l’intimismo era uno dei punti di forza, nel secondo le novità non mancano. Dopo la morte del padre, la famiglia decide di abbandonare la fattoria per cercare una sistemazione più concreta. Si scopre che i sopravvissuti silenti sono molti e tutti alle prese con la necessità di non fare alcun rumore.
Il film, diretto e sceneggiato da John Krasinski, riesce nel difficile compito di eguagliare il primo lavoro aggiungendo particolari molto interessanti. La sceneggiatura si sposta da un unico universo familiare alla collettività e lo fa con garbo e una caratterizzazione profonda dei nuovi personaggi. Dalle paure di un genitore per la sua prole si passa alla pura e semplice lotta per la sopravvivenza del singolo che deve trasformarsi in collettivo.
Una regia che riesce ancora una volta garantire la suspense attraverso un sapiente uso del montaggio e del ritmo. In A Quiet 2 il racconto procede in maniera alternata tra la calma ed eventi ( principalmente gli alieni) che potrebbero costare il sacrificio di chiunque. Elemento che il regista mantiene intatto è l’utilizzo del sonoro come grimaldello per costruire alcune scene di grande impatto giocando sulle paure degli umani. Ottima la scelta di dosare le informazioni sugli invasori senza entrare nei dettagli, ciò permette di rendere la situazione ancora più spaventevole. Il risultato finale è un prodotto ben pensato e sviluppato, in grado di intrattenere il pubblico andando oltre la semplice cassetta.
Poco importa se il film porta con sé alcuni stereotipi del survival\horror, pagare dazio al classico è l’unico modo per giustificare, senza giustificare, un mondo dove le regole labili agiscono sulla speranza. A Quiet 2 è sicuramente un esempio calzante di com’è ancora possibile pensare e realizzare un buon film che affonda le radici nel cinema di genere senza esserne l’ennesima copia.