Nasce NeMoLab, polo italiano di innovazione tecnologica

Inaugurato il 21 aprile, unirà ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per la vita delle persone con malattie neuromuscolari e neurodegenerative

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Apre NeMOLab, il primo polo tecnologico italiano per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni altamente innovative, capaci di rispondere ai bisogni di chi vive una patologia neurodegenerativa e neuromuscolare. Molteplici le direzioni nelle quali si orienterà la ricerca di NeMOLab, dallo studio di ausili e dispositivi ortopedici innovativi, allo sviluppo di sistemi robotici, di telemonitoraggio e di analisi dei parametri clinici, ai programmi di riabilitazione, fino ai progetti di realtà aumentata ed immersiva.

Da NeMO a NeMOLab, evoluzione di una filosofia vincente

Sviluppato su 1500 mq al piano superiore del Centro Clinico NeMO di Milano, presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e sotto la direzione generale di Stefano Regondi e quella scientifica di Christian Lunetta, NeMOLab si compone di 9 laboratori, ciascuno dei quali è orientato ad occuparsi di un aspetto funzionale dei pazienti.

A tagliare il nastro durante l’inaugurazione del 21 aprile Fabrizio Sala, Assessore all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia, che ha commentato: “NeMOLab è espressione di come la ricerca nasca dai bisogni per poi tradurli in risposte reali”. Ricordiamo che in Italia sono 40 mila le persone che convivono con una patologia neurodegenerativa o neuromuscolare, come distrofie muscolari, SLA o SMA. Ha concluso Sala: “Come Regione Lombardia continueremo a sostenere i Centri Clinici NeMO, che in questi anni hanno dimostrato di essere un modello di sanità unico. Questa è la sfida di NeMOLab, un’infrastruttura strategica che, oltre ad essere innovazione e ricerca, è un grande messaggio di speranza e di lotta per la vita”.

La presa in carico multidisciplinare sposa l’impresa sociale

NeMOLab introduce un nuovo modo di fare ricerca, che nasce nel solco dell’esperienza di presa in carico multidisciplinare, maturata dai Centri Clinici NeMO (Neuromuscular Omnicentre), unendosi alla vocazione di fare impresa sociale del Consorzio Gino Mattarelli (Cgm), che da 34 anni coordina l’attività di cooperative e imprese sociali su tutto il territorio nazionale.

“Per chi è costretto a convivere con una malattia altamente invalidante – dichiara Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO – il rischio è quello di disconnettersi e di isolarsi. NeMOLab vuole essere un acceleratore di ricerca che sviluppi strumenti a garanzia di una piena integrazione e inclusione. Attraverso la tecnologia è possibile iniziare a superare le barriere fisiche, per arrivare insieme a costruire una società in cui nessuno rimanga escluso”.

A sancire questa vocazione sociale è l’alleanza con il Gruppo Cgm che, come dichiara Stefano Granata, presidente di Federsolidarietà e da oggi anche di NeMOLab, “Il mondo cooperativo e quello associazionistico si uniscono per dare vita ad un’esperienza fortemente innovativa e di alta ricerca digitale e tecnologica. Una rete che si pone l’obiettivo primario di migliorare la qualità di vita di tutte le persone colpite da patologie neuromuscolari. Con l’ambizione che i risultati raggiunti dai contributi scientifici di eccellenza possano avere ricaduta per il benessere dell’intera comunità”.

Diciotto ricercatori, progetti in quattro aree tematiche

Diciotto sono i ricercatori impegnati nei laboratori del polo tecnologico. Le attività di NeMOLab si concentrano in quattro aree: attività di ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie innovative; registrazione e gestione di brevetti di ricerca in partnership con Università ed Istituti di Ricerca; trasferimento di know-how in ambito sanitario, assistenziale e sociale attraverso la co-progettazione di piattaforme tecnologiche (es. Sistemi robotici, sensori, materiali) per ambiti diagnostici, clinici e riabilitativi.