Ha 17 anni, si chiama oli? (con la “o” minuscola e il punto di domanda alla fine) e debutta oggi con “F*ckbøi”, primo singolo di quella che sarà una lunga serie di release in tempo di Covid. Un brano “catchy” che mette subito in chiaro le ambizioni dell’artista: mescolare generi e suoni, sperimentando liberamente all’interno di un mondo musicale che troppo spesso rimane confinato dentro a prodotti sicuri e preconfezionati.
Tra pop-punk, trap e l’emo-dark
Già ad un primo sguardo il look di oli? non passa inosservato. Tra piercing, tatuaggi e la chioma bionda platinata, non si può fare a meno di notare le differenze tra oli? e il classico stile da trapper. Una verve tra il punk-rock e l’emo-punk in stile My Chemical Romance fa da apripista a ciò che poi andremo a ritrovare nel singolo “F*ckbøi”, prodotto da Riccardo Scirè. Gli appassionati del genere riconosceranno sicuramente quelle sonorità del rock alternativo che tanto andava nella seconda metà degli anni ’00. Un testo disilluso e pieno di quei dolori figli dell’età e del periodo storico attuale portano il tutto verso quella emo-trap che negli Stati Uniti abbiamo apprezzato con Lil Peep, ma che in Italia è rimasta ancora forse erroneamente inesplorata.
Non la solita trap
Già dal primo ascolto si notano le differenze tra “F*ckbøi” e i testi che siamo soliti sentire nel mondo della trap. Il sesso, solitamente motivo di vanto tra i trapper, viene raccontato come un semplice e vuoto sfogo all’interno di una società che ha perso la capacità di amare. Una maturità forse figlia di un dolore già vissuto che promette molto in chiave futura, inserendo a pieno diritto oli? tra i nomi in prospettiva più interessati del panorama musicale italiano.