Il western è un genere cinematografico tramontato che continua a risplendere nelle menti di pochi appassionati. Nella storia della settima arte però le gesta di cowboy, indiani e criminali hanno vissuto un momento d’oro che è durato per molti anni. Dall’alba dei tempi i registi hanno attinto a queste favole manichee trasformandole, a volte, in veri e propri tributi alla frontiera americana. Esiste un attore riconosciuto ancora oggi come l’icona assoluta del west e il suo nome è John Wayne. Partendo dal muto e superando la New Hollywood, il Duca, è legato indissolubilmente ad alcuni dei titoli migliori di questo genere retrò.
Onestà intellettuale ed eroismo erano i valori cardine dei personaggi di Wayne, sentimenti che il Duca portava anche nella vita di tutti i giorni. Il suo conservatorismo e la sua idea di moralità granitica attiravano le antipatie di molti colleghi che non vedevano di buon occhio quel suo essere assoluto. Wayne era un attore straordinario in grado di utilizzare un personaggio e declinarlo in più trame fino a trasformare la sua presenza in un motivo sufficiente per riempire le sale. Se oggi a più di quarant’anni i suoi film continuano a essere apprezzati vuol dire che c’è sempre bisogno di un po’ d’onore e di quella camminata inconfondibile. Proporre cinque film da approfondire nella filmografia di un mito è sempre difficile, ma tentare è possibile.
Il pistolero Don Siegel 1979
L’ultimo lavoro del Duca è uno dei più bei film western di sempre per complessità e sentimenti. Tra malinconia e dissoluzione di un mondo Wayne interpreta J.B Books, un vecchio fuorilegge malato che torna a Carson City per consumare la sua vendetta. L’uomo, ormai debole, vive della sua leggenda e delle attenzioni di un’affittacamere (Lauren Bacall). La donna, vedova, rimane intrigata da JB accompagnandolo negli ultimi giorni senza mai provare a cambiarlo. Don Siegel è riuscito a tirar fuori una delle migliori interpretazioni di Wayne che vive il film sulla sua pelle e trasmette, quasi solo con lo sguardo, un addio che ancora oggi commuove.
I cowboys Mark Rydell 1972
Un vecchio allevatore deve spostare la mandria e si trova senza lavoranti, decide allora di assumere dei ragazzini. Altra interpretazione matura di Wayne nei panni di un uomo non più invincibile che deve tenere testa ai delinquenti desiderosi di rubargli il bestiame. Lungo tutta la tratta Will Andersen riuscirà a combattere i predatori grazie all’aiuto di un vecchio cuoco e ai suoi cowboy marmocchi. Il regista confeziona una vicenda formativa nel west per degli adolescenti desiderosi di diventare uomini. Wayne non è il vero protagonista, ma l’esempio di a cui affidarsi per apprendere tutta quella serie di valori necessari nel lavoro come nella vita. Un film particolare, che si discosta dall’atmosfera classica del genere riflettendo sulla vita e per questo molto attuale ancora oggi.
Il Grinta Henry Hathaway 1969
Un vecchio e malconcio sceriffo viene ingaggiato da una ragazzina per dare la caccia agli assassini del padre. Oscar alla miglior interpretazione per John Wayne che crea il personaggio del Ranger secondo le sue caratteristiche di anziano. Il protagonista alcolizzato non ha molto da chiedere alla vita ma si dimostra ancora efficiente nel lavoro. L’arrivo della ragazzina in cerca giustizia sarà per l’uomo un’occasione per dimostrare ancora una volta il suo onore. Un film che mescola l’intrattenimento ai valori propri dei personaggi dell’attore vero valore aggiunto. La sceneggiatura molto ricca e godibile ne garantisce la fattura. La vicenda s’inserisce perfettamente nel cinema western utilizzando quel tocco di nostalgia proprio del genere.
Un uomo tranquillo John Ford 1952
John Ford inventa questa commedia capolavoro, dove alcuni valori esistono ancora. Nell’Irlanda del 1922 il puglie Sean torna per sistemarsi. Inizialmente respinto dalla comunità, l’uomo avrà modo di farsi apprezzare attraverso la sua condotta. Il regista ha voluto ricordare il suo paese d’origine attraverso questa vicenda che avrebbe potuto essere la sua. L’interpretazione di Wayne è meno caricata e divertente in una vicenda, dove il significato di lealtà è forte. Pur esistendo dissapori, Ford decide di lavorare su personaggi guidati da un codice d’onore superiore a qualsiasi disputa. I grandi temi sono trattati con leggerezza e ironia dando un corpo ben definito alla pellicola. L’idea di vedere un’icona innamorata fa sorridere lo spettatore e lo accompagna in una dimensione quasi incredibile. Un film riuscito sotto tutti gli aspetti dalla regia alle location verdi ai dialoghi sapientemente dosati.