E’ stato davvero emozionante vedere la fotografia di quell’abbraccio amichevole tra Maldini e Gattuso. Un abbraccio quasi fraterno poco prima dell’inizio della partita del San Paolo. Protagoniste Napoli e Milan, fra Paolo Maldini e Gennaro Gattuso. Pochi fotogrammi che ci hanno preso il cuore, ci hanno emozionato e ci hanno fatto tornare indietro nel tempo ricordando un passato di straordinari successi. Momenti esaltanti di un calcio rossonero che, forse (ma speriamo ci sbagliarci, ovviamente), non torneranno tanto presto.
Un abbraccio tra Maldini e Gattuso per nulla rispondente a verità
Ma poi, ecco l’incantesimo svanire. Tanto per cambiare, bisogna tornare, giocoforza, alla cruda realtà realizzando che più di qualcuno, con sadico cinismo misto fredda indifferenza, ritiene quell’immagine assai poco realistica. Un’immagine così improbabile da classificare quell’abbraccio come “per nulla rispondente a verità”. E questo, credetemi, fa davv. Ma tant’è! Detrattori, maldicenti e Cassandre di turno da sempre esistono ma, per fortuna, vengono spesso – se non sempre – messi al loro posto. E le loro teorie strampalate della realtà dei fatti sbugiardate.
Europa League all’orizzonte
Comunque sia, il Milan ha dimostrato, su un campo difficile e con il Napoli ben messo sia in campo che in salute, di non essere inferiore a nessuno. Un Milan che, continuando ad allungare la sua striscia positiva (nelle ultime 5 partite, sono 11 i punti conquistati frutto di 3 vittorie e 2 pareggi ) guarda con sempre maggiore interesse all‘Europa League. Un’ Europa League decisamente alla portata di Romagnoli e compagni.
Ora, settimi in graduatoria, i rossoneri puntano a mettersi alle spalle, in questo finale di stagione, i partenopei dell’indimenticato ex, Rino Gattuso e la Roma. Squadre davanti solo una manciata di punti. Dunque, superati alla grandissima questi ostacoli a ripetizione (Roma, Lazio, Juventus e Napoli, inframmezzati dalla Spal) il cammino dei rossoneri appare decisamente in discesa. Un discesa senza grandi asperità da affrontare – con l’eccezione dell’Atalanta, bella e sfrontata – per mettere finalmente il sigillo europeo a una stagione complicata da mille motivi.
Stanchezza e delusioni
Si gioca ogni tre giorni ed è per questo che la non brillantezza dovuta, in generale appunto, a impegni tanto ravvicinati e con la scarsa possibilità di riposarsi, crea problemi un po’ in tutti. Si arriverà dunque, alla fatidica data del 3 agosto (giorno di chiusura del campionato ndr), inevitabilmente con le pile scariche ma, si spera, con il sorriso sulle labbra consci di aver dato tutto e anche di più. Ovviamente ci sarà qualcuno che resterà deluso, qualcuno che per un soffio si vedrà estromesso dall’Europa, qualche altro che dovrà, suo malgrado, lasciare la serie A e rifarsi il look in cadetteria. Però, alla fine di questa fantastica e irrefrenabile corsa, che il Covid-19 ha reso per certi versi drammatica, avrà lasciato i suoi inequivocabili verdetti.
E sarà allora e solo allora che si valuterà tutto e si tireranno le somme. Un finale di stagione, dunque, tutto da vivere e gustare.