Il politologo e arabista francese Gilles Kepel ha dedicato la sua ultima opera alla descrizione dettagliata del regime instaurato dall’Isis tra il 2014 e il 2017 nel Levante, inquadrandolo, però, in un contesto che comprende ben quattro decenni e l’espansione del terrorismo in tutto il mondo.
Kepel, un grande esperto del Medio Oriente
Gilles Kepel è uno scrittore poliedrico: politologo, accademico e orientalista, ha fatto dei suoi studi sul Medio Oriente e sulle comunità musulmane presenti in Occidente la sua ragione di vita: nato a Parigi nel 1955, ha una formazione classicista alla quale ha affiancato lo studio dell’arabo e dell’Islam. Oggi, Kepel è direttore della cattedra “Medio Oriente-Mediterraneo” presso l’Universitè de recherche Paris Sciences et Lettres e direttore scientifico della Middle East Mediterranean Freethinking Platform dell’Università della Svizzera Italiana.
Per la stesura dei suoi libri, Gilles Kepel si è sempre avvalso della “ricerca sul campo” e della comparazione dell’Islam con altre importanti religioni, soprattutto cristianesimo e ebraismo: nel 2006 ha pubblicato Il profeta e il faraone e nel 2009 Oltre il terrore e il martirio.
Un libro “reportage”
Uscire dal caos. Le crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente rappresenta l’ultima fatica dello scrittore francese, un’ opera di 216 pagine che racconta il “califfato” dell’Isis nel Levante nel periodo che va dal 2014 al 2017, nonchè il terrorismo posto alla base di questo regime, quello delle cosiddette “primavere arabe” del 2011.
Il nuovo libro di Kepel è la conseguenza di 40 anni di studi effettuati in prima persona e nei luoghi citati dallo stesso scrittore: si parte dalla “guerra del Kippur” nel 1973 che provocò l’aumento dei prezzi del petrolio e la diffusione della jihad per arrivare alle sei rivolte arabe dalla Tunisia alla Siria e alla inevitabile frattura tra Mediterraneo e Medio Oriente. La conlusione del libro è dedicata alle domande relative alle cause di questa enorme crisi e al futuro di popolo e sovrani.