Il tribunale francese ha condannato il regista Christophe Ruggia a quattro anni di pena per aggressione sessuale nei confronti dell’attrice Adèle Haenel, con due anni di arresti domiciliari e due anni di pena sospesa. Il verdetto prevede anche il pagamento di 35mila euro per danni morali e spese di psicoterapia. Questa sentenza rappresenta un punto di svolta nella lotta contro la violenza nel mondo del cinema francese.
Christophe Ruggia: le accuse e il racconto di Haenel
I fatti risalgono ai primi anni 2000, quando Haenel aveva tra i 12 e i 14 anni e Ruggia era un regista affermato di quasi 40 anni. Le molestie sarebbero avvenute durante le riprese e la promozione del film Les Diables (2002), diretto dallo stesso Ruggia. La testimonianza dell’attrice, resa pubblica nel 2019, ha acceso il dibattito in Francia, dando forza al movimento #MeToo nel Paese.
La reazione dell’attrice e la sua lotta
Adèle Haenel non si è fermata alla denuncia. Nel 2020 ha lasciato platealmente la cerimonia dei César per protestare contro il premio assegnato a Roman Polanski, consolidando la sua immagine di simbolo femminista. Dopo aver abbandonato il cinema per protesta contro un’industria che spesso chiude gli occhi davanti agli abusi, Haenel ha continuato la sua battaglia in tribunale, ottenendo ora giustizia con la condanna di Ruggia.
Il processo e la difesa di Christophe Ruggia
Il procedimento giudiziario, svoltosi in dicembre, è stato intenso e carico di emozioni. Haenel ha descritto in dettaglio gli abusi subiti, mentre Ruggia ha sempre negato ogni accusa, definendo la vicenda una “vendetta” per non averla più scritturata nei suoi film. Il regista ha dipinto l’attrice come una ragazzina dalla “sensualità travolgente”, dichiarando di non essere mai stato attratto da lei. La corte, però, ha stabilito il contrario, condannandolo in primo grado.
Le conseguenze e il futuro del caso
Nonostante la sentenza, Ruggia ha già annunciato l’intenzione di fare appello. La decisione del tribunale, però, manda un messaggio chiaro: la giustizia francese inizia a prendere sul serio le denunce di abusi nel mondo dello spettacolo. Questo verdetto potrebbe rappresentare un punto di svolta per molte altre vittime che finora non hanno avuto il coraggio di denunciare.